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“La pista ciclabile del Corso Umberto a Napoli ha senso solo se…”

Il Comune di Napoli annuncia la realizzazione di un tratto di pista ciclabile su una delle arterie principali della città. Lo scetticismo dilaga tra i cittadini e abbiamo chiesto ad uno dei principali esperti di mobilità sostenibile in città quali siano i punti essenziali da rispettare, per evitare che questa operazione sia la classica “foglia di fico”.
A cura di Andrea Parrella
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Nelle ultime ore è stata pubblicata una nota dell'assessore alla mobilità Mario Calabrese e l’assessore al Commercio Enrico Panini, nella quale si annuncia la prossima realizzazione di una pista ciclabile su Corso Umberto, affinché funga da elemento di raccordo tra Piazza Bovio e la stazione centra di Piazza Garibaldi. Il tutto nell'ambito di una razionalizzazione del traffico nell'arteria principale del centro storico, connessa all'ultimazione progressiva della linea 1 della Metropolitana, che la settimana scorsa ha visto l'inaugurazione (l'apertura effettiva avverrà a giugno) dell'attesissimo snodo di Piazza Municipio. La discussione pubblica sull'argomento è divenuta subito accesa, la pista ciclabile è connessa alla "riorganizzazione della sosta a pagamento sulle strade a contorno" e si prevede venga collocata sulla parte sinistra della strada nella direzione Bovio-Garibaldi, contestualmente all'installazione di nuove zone di sosta sulla parte destra della stessa strada (qui riepilogate nel dettaglio). Prevista, peraltro, la rimozione delle barriere new jersey nella parte centrale della carreggiata.

Lo scetticismo generale in merito a questo progetto non deriva strettamente dalla proposta, quanto all'effettiva riuscita di essa, alla modalità con la quale verrà messa in atto. La pista ciclabile realizzata nel 2013, accertatane la pericolosità tale da motivare una richiesta di rinvio a giudizio con l'accusa di truffa e frode per tre dirigenti del Comune e del titolare della ditta che ha realizzato la suddetta pista, è in questo senso esemplificativa, sia per la manutenzione praticamente inesistente in punti come il tratto di Viale Augusto, sia per la paradossale separazione con new jersey su via Caracciolo. A tal proposito abbiamo chiesto il parere ad uno dei principali rappresentanti cittadini che si spendono per la causa della mobilità sostenibile a Napoli, Luca Simeone, dell'associazione Napoli Pedala, oltre che organizzatore, da 4 anni, del Napoli Bike Festival. Pubblichiamo una sua nota, nella quale vengono indicati i passi essenziali perché la ciclabile del Corso Umberto non sia una sostanziale "foglia di fico", o comunque un'occasione sprecata

Crediamo nell'iniziativa e nelle intenzioni del Comune, che ha mostrato negli ultimi anni una particolare sensibilità nei confronti della mobilità sostenibile. E' tuttavia essenziale che il progetto della pista ciclabile non presenti elementi di precarietà e vizi di forma strutturali nei quali si è caduti in passato. La realizzazione di questa pista ciclabile deve essere un essenziale passaggio strategico che, con l'apertura della stazione di Piazza Municipio, deve prevedere il graduale de-potenziamento di trasporto privato su quest'arteria a vantaggio di trasporto pubblico su gomma. Sono pochi e semplici i prerequisiti essenziali perché la pista non sia solo un'idea abbozzata:

Il doppio senso di marcia, che permetta ai ciclisti di una delle zone certificate come più battute a Napoli, di spostarsi con tranquillità in entrambe le direzioni, da e per la stazione centrale di Piazza Garibaldi.

La suddivisione della carreggiata e la creazione dell'apposito cordolo in cemento che protegga i ciclisti e ne preservi la sicurezza su strada, oltre ad impedire che la ciclabile divenga un luogo di circolazione promiscua, se non una corsia preferenziale per motorini.

Il collegamento con la pista ciclabile già esistente, che al momento si ferma quasi in prossimità di piazza del Plebiscito, poiché questo permetterebbe la continuità e l'effettiva funzionalità della pista stessa.

La pulizia e la manutenzione della pista stessa, contrariamente a quanto accade per buona parte dei tratti di quella già esistente (vedi Viale Augusto, Galleria di Mergellina e Viale Kennedy). Solo preservando in questo modo la pista il cittadino può progressivamente comprendere si tratti di un elemento essenziale della mobilità e vivibilità cittadina.

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