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Le ricette mediche di Abruzzo e Sicilia gettate nei roghi della terra dei fuochi

Insieme agli attivisti dei comitati, le telecamere di Fanpage ritrovano i rifiuti delle Asl di L’Aquila, Messina e Enna nei roghi appiccati ad Afragola vicino Napoli. Il traffico di rifiuti da fuori Regione non è un fenomeno del passato, ma è un traffico illecito ancora vivo.
A cura di Antonio Musella
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Pensavano che lo smaltimento di rifiuti provenienti da altre regioni verso la Campania fosse un fenomeno ormai relegato alla triste storia passata dell'inquinamento della terra dei fuochi. Un fenomeno che riguardava le aziende private, la camorra, le rivelazioni dei pentiti, le indagini della magistratura, uno spaccato criminale da anni novanta. Ma quello che hanno ripreso le telecamere di Fanpage a poche centinaia di metri dal cantiere della nuova stazione Tav di Afragola in provincia di Napoli ci racconta come ancora oggi la Campania sia la cloaca dei rifiuti di mezza Italia.

Grazie agli attivisti dei comitati è stato scoperto uno sversamento di rifiuti speciali che porta una firma e che può consentire di risalire agli autori dello scempio. Due grossi sacchi di ricette mediche provenienti dalla provincia di L'Aquila, di Enna e di Messina. Le migliaia di ricette erano conservate in delle buste gialle con il marchio della Regione Abruzzo e stipate dentro a grandi sacchi di plastica trasparenti. Miracolosamente sono sfuggite alle fiamme anche perchè una parte delle ricette è finito nel canale di scolo delle acque reflue che costeggia la strada provinciale 341 in località "Cinquevie". Tutto intorno è un tappeto di rifiuti bruciati, addirittura si sono formate delle vere e proprie collinette alte fino a 6-7 metri di altezza composte da rifiuti speciali bruciati, segno di come questo luogo sia lo scenario prediletto per i roghi.

È naturale chiedersi se oltre alle ricette siano stati incendiati anche altri tipi di rifiuti. Le Asl di competenza, quella di L'Aquila, Enna e Messina, avranno svolto una gara d'appalto per smaltire i rifiuti e l'azienda che si è aggiudicata quella gara non potrà certo non sapere come sia possibile che dei rifiuti ritirati presso le strutture sanitarie di Abruzzo e Sicilia, pagati come rifiuti speciali visto che sulle ricette sono applicati i codici a barre dei farmaci fatti di sottile plastica adesiva, sia stati smaltiti illecitamente e destinati alle fiamme ad Afragola. I rifiuti hanno la firma, chiunque bravo investigatore che ha lavorato nella terra dei fuochi lo ripete di continuo e basta seguire le tracce per arrivare ai responsabili. In questo caso, grazie a un incredibile colpo di fortuna o all'imperizia dei criminali che hanno gettato nelle campagne del napoletano quei rifiuti, siamo davanti a una firma chiara. Un ente pubblico che si è affidato a una ditta privata per smaltire i propri rifiuti.

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Quello che hanno trovato gli attivisti dei comitati ambientalisti e che è stato ripreso dalle telecamere di Fanpage ci racconta che il fenomeno dello sversamento abusivo di rifiuti speciali provenienti da altre regioni non è un fatto del passato ma è un traffico illecito purtroppo vivo e attuale. Enzo Tosti, storico leader dei comitati ci racconta che il rinvenimento di rifiuti ospedalieri è stato segnalato diverse volte nell'ultimo anno: "I contadini nelle campagna di Caivano hanno ritrovato nei mesi scorsi anche delle lastre delle radiografie all'intero dei roghi andati in fumo, questo vuol dire che insieme alle ricette che abbiamo ritrovato arrivano qui anche rifiuti molto pericolosi che alimentano i roghi e avvelenano la nostra terra".

Un fenomeno che forse anche gli inquirenti avevano dato come cessato e che invece ritorna alla ribalta. Le ecomafie non si fermano mai, lavorano sott'acqua, lontano dal clamore, nascondendosi spesso grazie alle cortine fumogene alimentate da qualche campagna mediatica come quella che vuole la comunità Rom come unica responsabile del dramma dei roghi tossici. Invece, ben nascosti nell'ombra, le aziende dedite allo smaltimento illecito continuano a incassare denari e a bruciare i rifiuti tra Napoli e Caserta.

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