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Reggia di Caserta, cosa dice davvero la lettera dei sindacati sul direttore “stakanovista”

La protesta contro il direttore della Reggia di Caserta Mauro Felicori, accusato da alcuni sindacati di “lavorare troppo”, è diventato un caso nazionale. Fanpage.it ha avuto in esclusiva il testo integrale del documento inviato da alcune sigle sindacali al ministero dei Beni culturali: al suo interno i rilievi mossi al neodirettore sono anche altri.
A cura di Francesco Loiacono
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Forse qualcuno preferiva che la vicenda rimanesse confinata all'interno dei settecenteschi muri del palazzo reale progettato da Vanvitelli. Fatto sta però che la protesta di alcuni sindacati nei confronti del neodirettore della Reggia di Caserta Mauro Felicori, accusato di "lavorare troppo" e di mettere a rischio la sicurezza della struttura è ormai diventata un caso nazionale. Sul quale lo stesso premier Matteo Renzi è intervenuto, schierandosi senza alcun dubbio dalla parte di Felicori: "La pacchia è finita", ha scritto Renzi su Facebook.

Chissà però se Renzi, prima di commentare, ha avuto modo di leggere per intero il documento inviato dai sindacati. Fanpage.it ha ricevuto in esclusiva il testo inviato da alcune organizzazioni sindacali (Cgil Fp, Uilpa, Ugl Intesa, Usb) a funzionari del ministero dei Beni culturali e, per conoscenza, allo stesso direttore della Reggia Felicori, che dunque ne era già a conoscenza fin dal 22 febbraio. Il rilievo sulla permanenza del direttore "fino a tarda ora" effettivamente c'è: ma è solo uno dei punti evidenziati dal testo sottoscritto dai sindacati (si sono sfilate, cancellando il proprio nome, le sigle Cisl Fp, Unsa e Flp).

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Nel documento dei sindacati sono presenti anche altri rilievi

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I firmatari del documento portano a conoscenza del ministero una serie di (presunte) mancanze del neodirettore: il fatto di "non disporre che le sale del Museo aperte al pubblico siano regolarmente assegnate in consegna al personale della vigilanza e le sale non aperte al pubblico in consegna alla sottoguardia di turno siano chiuse a chiave", o ancora il fatto che Felicori "sia propenso a bandire un interpello per far transitare il personale Afav verso gli uffici, adibendolo a mansioni amministrative" e quindi sguarnendo ancora di più "l'organico del personale addetto al servizio di accoglienza e vigilanza attiva delle sale, riducendo la tutela, la sicurezza e la stessa fruizione del Museo". Altri rilievi mossi a Felicori dalle organizzazioni sindacali riguardano il fatto di non aver ancora introdotto un nuovo sistema per le timbrature del personale, o la concessione gratuita di spazi della Reggia per l'organizzazione di eventi "distraendo il personale dal servizio istituzionale per utilizzarlo a servizio di terzi, con la conseguente riduzione degli spazi di fruizione riducendo la tutela e la sicurezza del museo stesso".

Al centro della lettera più che il troppo lavoro è la scarsa sicurezza

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C'è un punto che ricorre più degli altri nei rilievi inviati dalle organizzazioni sindacali ai funzionari del ministero: la sicurezza del sito patrimonio dell'Unesco. E anche "l'accusa" mossa a Felicori a proposito del suo "stakanovismo" – testuale: "Il direttore permane nella struttura fino a tarda ora, senza che nessuno abbia comunicato e predisposto il servizio per tale permanenza. Tale comportamento mette a rischio l'intera struttura museale" – è da interpretare nell'ottica della sicurezza della Reggia. Insomma, aver calcato la mano solo su questo punto del documento è strumentale, secondo i sindacati. Che, come spiegato al giornalista di Fanpage.it Alessio Viscardi da Angelo Donia del sindacato Uil Pa, non vogliono assolutamente impedire al direttore di restare fino a tardi a lavoro: "A determinate ore tutta la struttura viene posta sotto allarme. Se il direttore vuole rimanere la notte ben venga, ma è lui stesso che deve predisporre i servizi, perché non può mettere a repentaglio la sicurezza. Qualche balordo può arrivare e poi succede che succede".

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