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Reggia di Caserta, i sindacati: “Il direttore lavora troppo, mette a rischio la struttura”

Alcune sigle sindacali che rappresentano i lavoratori della Reggia di Caserta hanno inviato un documento di protesta al ministero dei Beni culturali contro il neodirettore Mauro Felicori, nominato lo scorso ottobre. Il motivo: “Rimane nella Reggia fino a tardi e mette a rischio l’intera struttura”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il neodirettore della Reggia di Caserta, Mauro Felicori
Il neodirettore della Reggia di Caserta, Mauro Felicori

Il documento di protesta è stato inviato al ministero dei Beni culturali

Proprio così: come riporta il quotidiano Il Mattino alcune organizzazioni sindacali hanno fatto arrivare al capo di gabinetto del ministro Dario Franceschini, al segretario generale del ministero dei Beni culturali e al responsabile della Direzione generale dei musei un documento di protesta nel quale è contenuto il singolare rilievo, riportato testualmente: "Il Direttore permane nella struttura fino a tarda ora, senza che nessuno abbia comunicato e predisposto il servizio per tale permanenza. Tale comportamento mette a rischio l’intera struttura". Il documento, di tre pagine e mezzo, non è stato firmato da tutte le sigle sindacali. In ogni caso, essendo un rilievo ufficiale del sindacato, ha portato il ministero a chiedere chiarimenti al diretto interessato, che dovrà dunque spiegare le ragioni del suo comportamento giudicato addirittura pericoloso dai rappresentanti dei lavoratori della Reggia. Il sospetto, che non trova conferme e che tale deve rimanere in attesa di ascoltare le ragioni dei sindacati, è che alcuni dei comportamenti e delle decisioni del neodirettore abbiano scontentato qualche lavoratore, andando a toccare quelle consuetudini che, in alcuni casi, hanno contribuito a non far esprimere al meglio l'enorme potenziale della Reggia.

Le nuove abitudini del neodirettore forse scontentano qualcuno

A titolo di esempio, il Mattino cita alcuni nuovi "usi e costumi " di Felicori: il neodirettore ha deciso di vivere a Caserta a differenza dei suoi predecessori, arriva in ufficio alle sette e mezzo del mattino e non se ne va prima delle otto o delle nove di sera. Inoltre, verso le cinque e le sei mezzo, ossia nell'orario di chiusura delle visite alla Reggia, Felicori ha l'abitudine di uscire dal suo ufficio e di andare in giro per i corridoi e le sale vanvitelliane a controllare. Abitudine che sicuramente dispiace a qualche lavoratore che, quando c'erano altri direttori che magari andavano via prima della chiusura, ne approfittavano per abbandonare anche loro anzitempo il proprio posto di lavoro. Adesso resta da capire cosa succederà dopo i rilievi mossi dalle organizzazioni sindacali: se davvero alla base di tutto vi sia la preoccupazione per i "rischi" che la Reggia corre per via delle ore piccole del direttore o se ci siano altre motivazioni. Resta il fatto che, intanto, la cura Felicori sembra stia funzionando: lo scorso febbraio nella Reggia ci sono state il 70 per cento di presenze in più rispetto allo stesso mese del 2015. Chissà se il "rischio" a cui alludono i sindacati è quello di un affollamento "eccessivo" del palazzo reale.
Potrebbe sembrare uno scherzo, ma non lo è, quanto sta avvenendo all'interno della Reggia di Caserta. La splendida e molto spesso bistrattata residenza borbonica ha dallo scorso ottobre un nuovo direttore, il bolognese Mauro Felicori, nominato nell'ambito del bando internazionale che ha portato un cambio ai vertici di 20 tra i più importanti musei italiani. Il neodirettore è arrivato a Caserta con l'intenzione di cambiare le cose, con l'obiettivo di "raddoppiare i visitatori" – come affermato proprio ai microfoni di Fanpage. Ma, secondo qualcuno, sta sbagliando. In cosa? Lavora troppo.

Matteo Renzi: "I sindacati si abituino: è finita la pacchia"

In difesa del "direttore che lavora troppo" si è schierato immediatamente il capo del Governo, Matteo Renzi, che dalla sua pagina Fb ha scritto: "La Reggia di Caserta è un luogo meraviglioso, ad appena un'ora di treno da Roma Termini. Il direttore Felicori ha un mandato chiaro: Rilanciarla. E noi siamo con lui. Non è un caso se a febbraio 2016 i visitatori sono aumentati del 70% rispetto a febbraio 2015 e gli incassi aumentati del 105%. Quando ho visitato la Reggia ho detto chiaramente che noi credevamo in questo luogo pazzesco e che faremo di tutto perché gli italiani e gli stranieri tornino a visitarla. Il direttore sta facendo semplicemente il suo lavoro. E tutti siamo con lui, senza paura. Il vento è cambiato. Viva la cultura, viva l'Italia che si impegna".

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