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Terra dei Fuochi, dove il cancro uccide la vita e lo Stato la speranza

Caduto l’ultimo baluardo del negazionismo, il nesso causa-effetto che collega l’incidenza del cancro nella Terra dei Fuochi all’esposizione agli agenti inquinanti, cos’altro bisogna aspettare per riconoscere il disastro?
A cura di Angela Marino
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L'Istituto Superiore di Sanità ha diffuso l'aggiornamento sulla situazione epidemiologica nei 55 Comuni definiti dalla Legge 6/2014 Terra dei Fuochi. Il rapporto riguarda 32 Comuni della Provincia di Napoli e 23 Comuni della Provincia di Caserta. Gli esiti mettono in evidenza un eccesso di mortalità per tumore maligno le cui vittime sono in larga misura, i bambini. Agghiaccianti i dati, agghiaccianti le ripercussioni che la politica della prudenza, del non allarmismo, del negazionismo estremo, avranno sulle generazioni future, quelle, si intende che supereranno la delicata fascia d'età 0-14, quella, come evidenzia il rapporto dell'Iss, a più alto impatto di incidenza e mortalità.

Agli occhi di chi, dal Governo alle Autorità sanitarie, dalle istituzioni locali a quelle nazionali, questi dati sono ancora insufficienti per arrendersi all'evidenza che siamo di fronte a una strage ambientale? Quali altre prove servono per fermare il disastro e salvare, se non le vite dei nostri figli, quelle di chi erediterà la Campania del disastro ambientale? Non ci sono scuse per non intervenire e non c'è più tempo. Bisogna cominciare, ora, subito, con le operazioni di bonifica del territorio, con il potenziamento del sistema sanitario che qui come in nessun altro posto deve essere efficiente, veloce. Perfino il legame causa – effetto, il famoso "nesso" tra esposizione agli agenti inquinanti e insorgere di alcune patologie (cancro, malattie endocrine, malformazioni congenite) è stato riconosciuto all'ultimo rapporto. "Il quadro epidemiologico della popolazione nei Comuni della terra dei fuochi  è caratterizzato da una serie di eccessi della mortalità, dell'incidenza tumorale e dell'ospedalizzazione per diverse patologie, che ammettono fra i loro fattori di rischio accertati o sospetti l'esposizione a inquinanti emessi o rilasciati da siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi e di combustione incontrollata di rifiuti sia pericolosi, sia solidi urbani". Così recita il rapporto Mortalità, ospedalizzazione e incidenza tumorale nei Comuni della Terra dei Fuochi in Campania. 

Caduto l'ultimo baluardo del negazionismo, il nesso di causalità tra le morti in Campania e i danni provocati nel territorio dalle ecomafie, cos'altro bisogna aspettare per riconoscere il disastro? La fotografia del futuro, dopo la conferma dei dati denunciati anni fa da attivisti e medici, è quella di una terra dove i fuochi – quelli dei roghi – si sono ormai spenti. Una Campania- lazzaretto dove il cancro strappa via le vite. Lo Stato, solo la speranza.

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