A Napoli 12mila condannati con pena da scontare girano liberi per colpa della burocrazia
Dovrebbero essere in galera, condannati con sentenza già emessa e in via definitiva e detenzione da scontare, ma invece sono per strada. Aspettano il "pezzo di carta", il provvedimento di esecuzione pena che darà il via all'arresto e al carcere. Nel frattempo, però, sono liberi. In questo limbo, dovuto ai ritardi della burocrazia, solo a Napoli ci sono migliaia di persone. Un esercito, insomma, che qualche volta prende anche le armi. I dati sono quelli contenuti nella relazione del presidente della Corte d'Appello, che conta 12.065 "aspiranti detenuti" che sono stati già condannati in via definitiva e a cui non è stata notificata la sentenza. Un problema del genere era emerso anche dopo l'arresto dell'assassino di Stefano Leo, il giovane ucciso a Torino il 23 febbraio 2019: Said Mechaquat aveva una condanna definitiva per maltrattamenti ma il dispositivo era stato consegnato all'avvocato sbagliato e quindi non era finito in carcere.
La notifica delle ordinanze ai 12mila napoletani sarà una delle misure dello "Spazza clan", il nuovo Decreto Sicurezza che in questi giorni sta predisponendo il Viminale; il "Salvini bis" che sarà presentato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, a quanto si apprende, contiene norme mirate alla lotta alle mafie e agli sfruttatori dell'immigrazione clandestina e a una maggiore tutela delle forze dell'ordine. A Napoli sono arrivati nell'ultimo anno 137 poliziotti in più, ma il piano di riorganizzazione prevede l'aumento di 592 unità, che farebbe passare il numero degli agenti da 3740 a 4332. Lo "Spazza clan" prevede anche 800 assunzioni straordinarie per un costo complessivo di 25 milioni di euro, spalmati in due anni, per smaltire le notifiche rimaste nei cassetti.
