A Napoli anche le ambulanze pagano il pizzo alla camorra, preso affiliato al clan del Vomero
Tremila euro al mese, per continuare a lavorare in tranquillità. Per poter proseguire, cioè, col trasporto dei pazienti senza che nessun mezzo venisse bloccato o, magari, si rompesse all'improvviso. Perché, ovunque girino soldi, la camorra tenta di metterci le mani. Anche se si tratta di ambulanze. C'è questo quadro dietro le accuse che hanno portato in carcere Michele Castigli, 46 anni, napoletano, ritenuto uno degli affiliati al clan "Brandi – Caiazzo – Cimmino" che avevano preso di mira una associazione che opera nel trasporto di pazienti con le ambulanze.
L'uomo è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia Vomero, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e detenzione e porto illegali di arma. L'uomo è stato identificato con indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, è stato rinchiuso nel carcere di Secondigliano. L'operazione si collega a quella che aveva portato all'arresto di Andrea Teano, 36 anni, scovato da latitante in un appartamento nel complesso di edilizia popolare di via Corrado Alvaro, nel quartiere Pianura, a ovest di Napoli.
Anche lui ritenuto affiliato ai clan, fazione "Cimmino – Caiazzo", era accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti dell'associazione; era sfuggito a un decreto di fermo della Dda di Napoli il 16 ottobre scorso ed era rimasto nell'ombra fino ad aprile, quando i carabinieri della Compagnia Vomero, pedinando persone a lui vicine, avevano scoperto il nascondiglio. Era stato catturato con un'irruzione notturna dei militari del Comando Provinciale di Napoli insieme ai carabinieri dell'API, l'Aliquota di Primo Intervento del Nucleo Radiomobile specializzata in interventi a rischio, col supporto di un elicottero dell'Arma e del Nucleo Cinofili.
Secondo i carabinieri i due arrestati, insieme ad altre persone sempre vicine allo stesso clan, avevano minacciato il titolare dell'associazione di ambulanze anche usando una pistola, per costringerlo a versare ogni mese 3000 euro di pizzo. Gli esattori del racket si erano presentati tre volte, tra settembre e ottobre 2018: la prima per chiedere il denaro, la seconda per insistere, la terza forse per minacciare di nuovo ma la vittima scappò appena li vide.