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Napoli, imponeva il pizzo alle ambulanze: arrestato latitante affiliato ai Cimmino-Caiazzo

Chiedeva tremila euro per “gli amici del Vomero”: un latitante 36enne affiliato alla camorra è stato arrestato nella notte a Napoli dai carabinieri per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’uomo era affiliato al clan camorristico dei “Cimmino – Caiazzo” e imponeva il pizzo al titolare di un’associazione che trasporta i malati con le ambulanze.
A cura di Francesco Loiacono
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NAPOLI – Tremila euro al mese. Questa la somma che un 36enne chiedeva al titolare di un'associazione che trasporta i malati con le ambulanze per "gli amici del Vomero", quartiere collinare di Napoli. Si trattava naturalmente di un'estorsione messa in atto con metodi camorristici: in più occasioni il 36enne e altri appartenenti al clan camorristico dei "Cimmino – Caiazzo" si erano presentati dalla vittima, minacciandola ripetutamente anche con una pistola per convincerla a pagare il pizzo. Tre le visite che gli esattori avevano fatto tra settembre e ottobre alla loro vittima, indicative di come funziona il pagamento del pizzo: la prima volta avevano indicato la somma da destinare "agli amici del Vomero" e la seconda avevano insistito per il pagamento. La terza volta, non appena si erano palesati, la vittima era fuggita.

Nella notte i carabinieri del comando provinciale di Napoli e i colleghi dell'Api (l’Aliquota di primo intervento specializzata in interventi a rischio), assistiti da un elicottero e dal nucleo cinofili, hanno fatto irruzione in un complesso di case popolari di Pianura, in via Corrado Alvaro, arrestando uno degli esattori. In manette è finito il 36enne Andrea Teano, latitante e ritenuto affiliato al clan che controlla tutti gli affari illeciti del Vomero. Dell'uomo si erano perse le tracce dal 16 ottobre, quando era riuscito a sfuggire all’esecuzione di un decreto di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. I carabinieri sono riusciti a trovarlo pedinando alcune persone a lui vicine che li hanno condotti nel suo nascondiglio: vistosi senza vie di fuga, il 36enne si è lasciato ammanettare senza opporre resistenza. Adesso l'uomo, che si trova nel carcere di Secondigliano, dovrà rispondere di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Nel suo covo i militari dell'Arma hanno trovato e sequestrato soldi e numerosi biglietti scritti a mano, ritenuti utili per il prosieguo delle indagini sul clan.

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