Ecco come sarà un negozio con la Fase 2: separazioni, controlli e molto tempo in fila
Dovremo abituarci. Entrare in un negozio di abbigliamento, la più classica delle azioni dello shopping (a volte si entra, ci si prova di tutto e si esce senza aver acquistato niente) sarà complicatissimo ai tempi del Covid-19. La riapertura delle attività commerciali al dettaglio, prevista dalla Fase 2 che inizia dal 4 maggio, porterà poi anche alla riapertura, dopo 2 mesi di stop, dei negozi. Lì troveremo le cose cambiate nel profondo. Quello che accadrà non lo sa nessuno: saranno davvero rispettate tutte le prescrizioni del governo contro il rischio di una ripresa del contagio? O lo faremo all'inizio e poi torneremo a fare come prima? Chissà. Una cosa è certa: il virus colpisce chiunque, dunque chiunque deve aver paura. E sicuramente all'inizio l'applicazione delle regole sarà stringente come lo saranno i controlli. Ieri un noto negozio di abbigliamento al Vomero, in via Luca Giordano, riapriva per sanificazione e già dall'esterno si poteva scrutare quello che sarà: nastro biancorosso ai lati delle esposizioni per consentire percorsi lineari e il famigerato distanziamento sociale tra persone e soprattutto attesa all'estero: raggiunto un numero massimo di persone (in misura della superficie dell'immobile) chi vuole entrare dovrà mettersi in fila e attendere, come già accade ai supermercati.
Gel igienizzante obbligatorio sui banchi cassa dove ci può essere contatto e maneggio di denaro, barriere parafiato in plexiglass o policarbonato, visiere in plastica per i cassieri e i commessi, guanti in lattice per chi tocca i vestiti e le grucce, attese (previste) lunghe anche per i camerini in cui provare gli indumenti. Altro interrogativo di tipo sociale: la gente tornerà a provare giacche, maglie, pantaloni, cioè indossare cose presumibilmente provate anche da altri?