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Accidentalmente ferito in un agguato di camorra, si costituisce parte civile

Il caso potrebbe segnare una svolta epocale. L’uomo, colpito di striscio in un agguato al Rione Sanità ad opera del clan Lo Russo, nel quale, nel 2015, rimase ucciso il boss Pietro Esposito, ieri ha chiesto – e ottenuto – di costituirsi parte civile nel processo.
A cura di Valerio Papadia
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L'omicidio di Pietro Esposito al Rione Sanità
L'omicidio di Pietro Esposito al Rione Sanità

Per la prima volta – e questo potrebbe costituire una svolta significativa, oltre che un chiaro messaggio di ribellione alle prevaricazioni e alla violenza della criminalità organizzata – una persona ferita accidentalmente in un agguato di camorra si costituisce parte civile nel processo contro i responsabili. Ieri, come riporta Il Mattino, G.C., è stato ascoltato dal pm Enrica Parascandolo, chiedendo e ottenendo di costituirsi parte civile nel processo contro i responsabili dell'agguato camorristico durante il quale l'uomo, all'epoca dei fatti 29enne, rimase ferito di striscio.

I fatti si riferiscono al novembre del 2015 quando, al Rione Sanità, il boss dell'omonimo clan Pietro Esposito venne crivellato di proiettili da esponenti del clan Lo Russo, trovando la morte. Il ragazzo costituitosi parte civile, che quella sera si trovava all'esterno del pub in piazza Sanità nel quale lavorava, fu colpito di striscio all'addome da uno dei proiettili indirizzati ad Esposito.

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