Acerra, dopo i blocchi arriva lo stop alle ecoballe di Coda di Volpe
La fumata bianca è arrivata al termine di tavolo tecnico svoltosi negli uffici dell'assessorato all'Ambiente della Regione Campania: le ecoballe del sito di Coda di Volpe, periferia di Eboli, non finiranno ad Acerra. Almeno per ora. Al tavolo ha partecipato partecipato anche una delegazione dei cittadini ,che da tre giorni presidiano il termovalorizzatore per impedire i conferimenti bloccando i camion. Questa mattina la tensione di fronte all'inceneritore era arrivata alle stelle quando le forze dell'ordine hanno alzato di peso i cittadini per far passare 16 camion. Tra le grida e le proteste contro l'azione degli agenti, un uomo ha anche tentato di darsi fuoco. Ma i rifiuti che riescono a entrare prima che i cittadini si riorganizzino sono comunque troppo pochi per scongiurare l'emergenza. La paura delle istituzioni è che si fermi la raccolta nelle strade, così, invece del muro contro muro arriva la marcia indietro.
Quelle ecoballe sono pericolose per la salute?
La città di Acerra è stato uno dei focolai di protesta da dove ha preso il via nel 2004 quello che sarebbe diventato il movimento "stop biocidio", che dalla Terra dei Fuochi alla città di Napoli chiede un nuovo ciclo dei rifiuti che garantisca prima di tutto la salute dei cittadini e fermi l'avvelenamento del territorio. I cittadini Acerra, a distanza di dieci anni dalla rivolta contro la presenza dell'inceneritore, sono tornati a mobilitarsi bloccando l'arrivo dei rifiuti per un motivo preciso: tra le 10.700 tonnellate di ecoballe provenienti dal sito di stoccaggio di Coda di Volpe ci sarebbero rifiuti velenosi. Messe sotto sequestro dalla magistratura nel 2008 le ecoballe del sito salernitano secondo i comitati non conterrebbero solo rifiuti opportunamente tritovagliati, ma una vera e propria bomba ecologica e sanitaria.