Ad Ercolano si muore di rifiuti tossici: “Ma non siamo nella legge sulla Terra dei Fuochi”
L'amministrazione comunale di Ercolano c'ha provato tre volte a diventare città europea della cultura, ma ogni tentativo è stato vano, il Comune è sempre uscito sconfitto dalla competizione. Il sindaco del Partito Democratico, Ciro Buonajuto, renziano doc e molto vicino all'ex Ministro per le riforme Elena Boschi, si presenta come il volto nuovo dei democratici in Campania. Ma più che il rilancio culturale, provato senza successo fino ad ora, l'emergenza del territorio sembra essere quella sollevata dai comitati della zona di San Vito e dalle denunce di Don Marco Ricci: una emergenza ambientale e sanitaria che ha colpito il territorio da tempo e che sembra non trovare spazio nell'agenda politica delle istituzioni.
Troppe morti sospette, M5S portano il caso in parlamento
La prima indagine epidemiologica sul territorio di Ercolano è stata fatta in maniera autogestita dagli attivisti del gruppo Salute e Ambiente Vesuvio, con il supporto del dottor Gerardo Ciannella. Si tratta di 324 interviste fatte ai cittadini della zona di San Vito e da cui si evince che ben 203 persone si sono ammalate di malattie oncologiche. "La zona collinare di Ercolano è nota per le produzioni agricole come il pomodoro del piennolo – spiega a Fanpage.it Salvatore Micillo, deputato del Movimento 5 Stelle e membro della commissione ambiente della Camera – la popolazione residente è colpita da gravi patologie prevalentemente leucemie e tumori all'apparato respiratorio, porteremo il caso in parlamento con un' interrogazione".
A cava "Fiengo" furono trovati 400 mila metri cubi di rifiuti tossici, principalmente scarti industriali, mentre a cava "Montone" nel 2015 furono rinvenuti decine di fusti con oli esausti e scarti industriali, alcuni dei bidoni riportavano in bella mostra l'etichetta della Montedison colosso chimico di Stato fino agli anni novanta. Inoltre nella discarica autorizzata "Amendola – Formisano" ormai chiusa, finirono i rifiuti industriali delle aziende del Nord negli anni ottanta. "E' necessario bonificare le aree maggiormente inquinate nel territorio di Ercolano convogliando le risorse sulla messa in sicurezza del territorio – dice Micillo – il governo nazionale e la giunta regionale alle parole facciano seguire i fatti". Intanto c'è da fermare il fenomeno dei roghi di rifiuti concentrati nella zona di via Novelle Castelluccio, una sorta di strada adibita a discarica abusiva su cui quotidianamente vengono appiccati i roghi. Eppure Ercolano è fuori dalle legge sulla Terra dei Fuochi.
Prima le emergenze e solo dopo le vetrine internazionali
Mentre il Comune di Ercolano veniva battuto ancora una volta nella competizione per essere designata capitale europea della cultura, nella chiesa di Don Marco a San Vito gli attivisti del gruppo Salute e Ambiente Vesuvio preparavano le giornate di informazione e mobilitazione sul territorio culminate con la messa in suffragio dei morti per tumore di venerdì 10 febbraio. "E' chiaro che quel percorso per capitale europea della cultura va fatto al contrario – commenta a Fanpage Vincenzo Viglione consigliere regionale del Movimento 5 Stelle – si pensa che ci candidiamo a diventare qualcosa di affermato per attrarre finanziamenti invece è evidente che bisogna partire dai bisogno essenziali come l'emergenza ambientale che persiste su quel territorio".
I rappresentanti del Comune di Ercolano sono stati ascoltati dalla commissione speciale Terra dei Fuochi della Regione Campania: "L'assessore all'ambiente del Comune Giuliana Di Fiore è venuta in commissione – spiega Viglione – le emergenze sono innegabili ma l'amministrazione ha fatto solo recentemente richiesta per essere inserita tra i Comuni della legge sulla Terra dei Fuochi, le procedure vanno a rilento e l'intero impianto amministrativo per affrontare le emergenze è arenato". La legge 6 del 2014 stabilisce il perimetro della Terra dei Fuochi, un'area all'interno della quale non risulta il Comune di Ercolano. Stiamo parlando di appena 7,5 milioni di euro di finanziamenti, una vera e propria goccia nel mare rispetto all'enormità del problema ambientale, ma di sicuro un inizio per agevolare le procedure che riguardano le bonifiche e la videosorveglianza per prevenire i roghi.