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Addio a Consiglia Terracciano, ‘mamma’ delle lotte dei disoccupati organizzati

Si è conclusa la travagliata e battagliera vita di Consiglia Terracciano, 68 anni, da decenni protagonista delle iniziative del Movimento di lotta dei disoccupati di Napoli e Acerra e delle battaglie per gli alloggi popolari nell’hinterland Nord del capoluogo. I funerali si svolgeranno martedì 17 luglio.
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Al centro, in maglietta rossa, Consiglia Terracciano, nella foto della copertina dei 99 Posse 'Salario Garantito'
Al centro, in maglietta rossa, Consiglia Terracciano, nella foto della copertina dei 99 Posse ‘Salario Garantito'

«Erano i tempi migliori, erano i tempi peggiori, erano giorni di saggezza e follia»: si può usare Charles Dickens per definire quell'atmosfera, quei cortei blocca-Napoli, quegli appuntamenti a piazza Mancini sotto la statua di Garibaldi, quella liturgia di lotta che era rabbia mista a teatro: «Compatti dietro lo striscione; fermatevi qui tutti. E mo' annanze! E Mo' alluccate, mo', alluccate!» quegli slogan custoditi dagli anni Settanta e ripresi ad ogni corteo «‘O posto, ce sta, ma nun c'o' vonno' ra', s'o' vonno vénnere…». Consiglia Terracciano, è morta che non aveva nemmeno settant'anni; le lotte l'avevano consumata, come sempre accade a chi vive una vita di picchi. Sessantotto primavere, Consiglia è ricordata oggi come la «leader» delle battaglie politiche e sociali del Movimento disoccupati di Acerra e Napoli e del movimento per la Casa anche se i movimenti per loro stessa definizione amano al massimo avere un ‘portavoce' e non leader che possono diventare facile bersaglio. Disoccupati organizzati, coordinamenti, movimenti autorganizzati: sigle che nell'anno 2018 dicono poco e nulla ma che, a chi ha più di trent'anni d'età e conosce Napoli raccontano un mondo, ormai finito, le cui urla di rabbia affondano nella memoria delle lotte che furono un tempo contadine, poi operaie, poi diffusamente precarie e che oggi al massimo esprimono un ricordo o una sommessa lamentela sui social network aspettando la vida que vendrà.

Prima di sette figli, Consiglia Terracciano era originaria di via del Pen­dino, padre e marito operai, lei stessa lavoratrice di un calzificio prima e poi protagonista delle lotte nell'hinterland nord di Napoli, dapprima per le assunzioni fabbriche della chimica, come la Montefibre, poi estese ai diritti di tutti i lavoratori socialmente utili e disoccupati di lunga durata. Infine, nell'ultima parte della sua vita, contro i veleni che per decenni hanno avvelenato le terre della provincia partenopea da Acerra in poi. Carattere deciso, la definizione ‘vulcanica' è assolutamente adatta all'occasione, tanto che fu una delle protagoniste della prima copertina dei 99 Posse, quella del simbolico singolo "Salario Garantito",  Consiglia nella sua travagliata vita ha provato anche il carcere, durante il periodo delle manifestazioni dei disoccupati in cui il corteo finiva con l'assurdo incendio di autobus di linea. Negli ultimi anni, cardiopatica e dializzata, ha dovuto far fronte ad altre indagini che con le lungaggini della giustizia italiana continuavano a ritenerla responsabile di vari reati.

In una intervista rilasciata alcuni anni fa alla prematuramente scomparsa giornalista del Manifesto Francesca Pilla, ebbe a dire: «Immagino il mio fu­nerale, una banda di musicisti che intona l'Internazionale, un fiore e una bandiera rossa, una festa, i compagni di sempre, Acerra che mi saluta». Il movimento disoccupati ha allestito una camera ardente nella propria sede; i funerali si svolgeranno, nella chiesa di Sant’Alfonso ad Acerra alle ore 11 di martedì 17 luglio.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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