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Addio al bike sharing gratuito: Napoli smonta il sogno green

Napoli non ha più il bike sharing gratuito finanziato coi fondi Europei: dopo anni di tira-e-molla è stato definitivamente smantellato da Cleanap, l’associazione che lo propose. . A chi gioverà tutto questo? Forse all’assalto di qualche multinazionale del noleggio, alla gig economy prontissima a metter mano? O forse gli spazietti serviranno ad allargare tavolini e tavolinetti a costo zero per la sagra del ristorantino turistico o l’epopea della pizza a buon mercato? Una cosa è certa: della morte del bike sharing gratuito qualcuno si sta già fregando le mani.
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Il bike sharing ai tempi della sua inaugurazione
Il bike sharing ai tempi della sua inaugurazione

C'è stato, ieri mattina, un piccolo fatto che probabilmente – sicuramente – è rimasto lì, sottovalutato, racchiuso in una spiegazione su un blog associativo e in una piccola discussione social tra utenti della bicicletta in città. Ma la chiusura definitiva del bike sharing gratuito di Cleanap Napoli che ieri si è concluso con la rimozione dell’infrastruttura di ciclostazioni e totem in città, è qualcosa di più paradigmatico, è qualcosa che molto più dei fatti di piazza Bellini restituisce il vero stato di salute della città di Napoli, dove non si salva nisciuno, come direbbe il Joe Sarnataro di Edoardo Bennato.

La storia del bike sharing gratuito a Napoli in breve è la seguente: nel 2012 l'associazione Cleanap vince un bando da 2 milioni nell’ambito del progetto UE Smart cities and Communities. Finanziato dal Miur, il progetto prevede la sperimentazione della bici di città che viene prelevata agli stalli e posata in altri luoghi quando si è effettuato un percorso. La sperimentazione ha luogo tra il 2014 e il 2015, riscuote successo ma  il 30 settembre 2015, chiude i battenti. I risultati numerici sono ottimi: «51.000 sessioni, per un tempo complessivo di 12.451 ore e 39 minuti: per rendere l’idea, abbiamo fatto circa 3 volte il giro del mondo in bicicletta» dicono da Cleanap. Nonostante incontri su incontri fra ministero, associazione e Comune di Napoli non si riesce a riprendere il servizio. Che da ora, ufficialmente e definitivamente, non esiste più.

Non è ridicolo? Togliere le bici pubbliche nei giorni della Fase 2 da Coronavirus, quelli in cui si parla e si straparla di ‘svolta green' nelle città per svuotare i mezzi pubblici e al tempo stesso disincentivare l'uso dell'automobile? Mentre il sindaco di Napoli De Magistris ha infestato la città di paline e stencil con improbabili indicazioni di ‘pista ciclabile' . A chi gioverà tutto questo? Forse all'assalto di qualche multinazionale del noleggio, alla gig economy prontissima a metter mano? O forse gli spazietti serviranno ad allargare tavolini e tavolinetti a costo zero per la sagra del ristorantino turistico o l'epopea della pizza a buon mercato? Una cosa è certa: della morte del bike sharing gratuito qualcuno si sta già fregando le mani.

Lo smontaggio del bike sharing
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