Aggressioni in ospedale: 1200 casi all’anno segnalati, ma denuncia solo una vittima su tre
In un anno sono stati denunciati 1200 casi di aggressione a personale sanitario, ma secondo le associazioni di categoria gli episodi sarebbero molti di più: quasi il triplo, quindi poco meno di 4mila ogni anno, ma solo una vittima su tre decide di denunciare. I motivi possono essere diversi: dalla considerazione che l'aggressione può "fare parte del lavoro", fino alla consapevolezza che, rivolgendosi alle forze dell'ordine, si farebbero emergere delle situazioni di inadeguatezza. L'allarme viene lanciato dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri.
"Nessun medico deve essere lasciato solo, a garantire assistenza in condizioni di sicurezza precaria: sono 1200 l'anno le aggressioni denunciate, e quasi tre volte di più sono quelle reali – dice il presidente di Fnomceo, Filippo Anelli – è un vera carneficina silenziosa, perché spesso le aggressioni non vengono rese note per vergogna, per senso di pudore verso una denuncia che porterebbe allo scoperto situazioni di inadeguatezza o perché, addirittura, le aggressioni sono considerate una naturale componente del rischio professionale".
Anelli si riferisce poi ai due episodi registrati nel giro di poche ore a Napoli e denunciati dall'associazione Nessuno Tocchi Ippocrate: un medico donna internista è stata aggredita al San Giovanni Bosco con una bottigliata in faccia e, a Barra, è stato lanciato un petardo sotto un'ambulanza. "I due episodi di Napoli – continua il presidente – non sono che la punta dell'iceberg di quella che è diventata una vera emergenza di sanità pubblica. Ai colleghi colpiti va, ancora una volta, la nostra vicinanza. Il nostro augurio per il 2020 è che sia veramente un anno di svolta, per il contenimento degli episodi di violenza, per la revisione della rete di continuità assistenziale e per tutta la nostra professione".
L'Asl Napoli 1, proprio in seguito alle aggressioni, ha deciso di installare telecamere di videosorveglianza anche sui mezzi di soccorso. I primi impianti dovrebbero essere operativi già da metà gennaio. Lo ha fatto sapere il direttore, Ciro Verdoliva.