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“Aiuto, stanno picchiando zia”: a 15 anni chiama i carabinieri e fa arrestare l’aggressore

Una bambina di 15 anni ha chiamato i carabinieri dopo che il compagno della zia stava picchiando la donna: all’arrivo dei carabinieri, l’uomo la teneva con la testa china sul tavolo e impugnando un paio di grosse forbici. Si tratta del secondo caso in pochi giorni: a Sant’Antimo, un 12enne aveva chiamato i militari dell’arma per denunciare il padre che stava picchiando la madre.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Un caso, l'ennesimo, di violenza domestica. Ed ancora una volta, con dei bambini coinvolti. La vicenda è accaduta a Sant'Antonio Abate, nel napoletano. Protagonista, suo malgrado, una bambina di 15 anni che ha dovuto chiamare i carabinieri perché il compagno della zia stava picchiando la donna. E solo l'intervento dei militari dell'arma ha evitato lei il peggio, visto che quando sono giunti sul posto l'uomo la stava ancora picchiando, brandendo anche un paio di forbici a mo' di arma. E che, dai controlli successivi, è risultato essere un aggressore abituale della donna che, tuttavia, in un anno di violenze non aveva mai trovato la forza di denunciare.

L'aggressione, l'ennesima, è avvenuta nell'abitazione dei due: la donna aggredita è riuscita in qualche modo ad avvisare la nipote di chiamare aiuto. E la bambina non ci ha pensato un attimo: ha preso il cellulare e ha chiamato la caserma dei carabinieri. I militari dell'arma, ricevuta la chiamata, sono accorsi subito nell'abitazione, dalla quale provenivano le urla: al loro ingresso, l'uomo teneva la compagna con la testa china sul tavolo ed impugnando un paio di grosse forbici. Bloccato e disarmato, l'uomo è risultato essere un 37enne che ora deve rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia. La donna, portata all'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, è stata medicata per le varie contusioni subite, e se la caverà con venti giorni di prognosi. Dagli accertamenti successivi è emerso che la donna era vittima di violenze da un anno: lui era infatti geloso a tal punto che le impediva di uscire, le aveva rotto tre telefoni e, in alcuni casi, l'aveva rinchiusa in camera da letto e nascosto le chiavi della macchina per evitare che potesse allontanarsi. Il tutto pretendendo che la donna mantenesse entrambi con il proprio lavoro, che lui non aveva. Arrestato, sarà ora sottoposto a giudizio per direttissima per maltrattamenti in famiglia. Si tratta del secondo caso in pochi giorni di un minore costretto a chiamare le forze dell'ordine per evitare il peggio durante litigi tra adulti: appena lunedì scorso, a Sant'Antimo, era toccato ad un bambino di dodici anni chiamare i carabinieri alla vista del padre che stava picchiando la madre.

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