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Al Teatro Bellini di Napoli arriva “Tito/Giulio Cesare”: doppio Shakespeare per uno spettacolo unico

Dal 13 al 24 marzo al Teatro Bellini di Napoli due riscritture originali da Shakespeare con “Tito/Giulio Cesare” , per la duplice regia di Gabriele Russo e Andrea De Rosa, con le drammaturgie di Michele Santeramo e Fabrizio Sinisi. Dal premiato format Glob(e)al Shakespeare, una pièce duplice e unica allo stesso tempo.
A cura di Redazione Cultura
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"Tito/Giulio Cesare" nasce nell'ambito del Glob(e)al Shakespeare, il progetto presentato a giugno 2017 nell'ambito del Napoli Teatro Festival Italia, che ha riscosso un ottimo successo di pubblico e per la cui ideazione Gabriele Russo si è aggiudicato il Premio dell'Associazione Nazionale Critici 2017 come migliore progetto speciale. Il Giulio Cesare e il Tito Andronico di Shakespeare, riscritti e diretti l'uno da Fabrizio Sinisi/Andrea De Rosa e l'altro da Michele Santeramo/Gabriele Russo condividono identità, spazio scenico e un linguaggio potente e fortemente contemporaneo e, insieme, diventano due parti di una riflessione unitaria sul concetto di potere e sulle conseguenze, spesso drammatiche, del suo esercizio.

Da una parte, il Tito di Santeramo riesce a restituire l’insensatezza della guerra e della violenza con un tono generale lieve ed elegante, capace di strappare anche un sorriso; dall’altra, Andrea De Rosa, privilegiando l’aspetto politico e filosofico del Giulio Cesare di Shakespeare, realizza uno spettacolo dall’atmosfera metallica in cui i congiurati cercano le ragioni profonde del loro omicidio, le interrogano e ne sono al tempo stesso travolti. L'opera di Shakespeare incontra i temi e i linguaggi della scena contemporanea, rivelando in maniera decisa la propria universalità e la propria essenza atemporale. Gabriele Russo, nelle sue note di regia, ha scritto:

Non è un caso che Tito Andronico, la prima tragedia scritta da Shakespeare, sia la sua opera più cruenta, sanguinaria e violenta, ciò è certamente dovuto oltre alla giovane età dell’autore ma anche alla sua consapevolezza che questi ingredienti, all’epoca, fossero molto attraenti per il pubblico, realizzando importanti incassi al botteghino. È evidente che Shakespeare, in particolare all’inizio della sua vita teatrale badasse molto a questo aspetto, pena il suo futuro in palcoscenico. A quanto pare le cose oggi come allora non sono tanto cambiate. Potremmo dire che Tito Andronico sia l’equivalente di un film splatter dei nostri tempi, il linguaggio e la drammaturgia sono chiaramente più alti ma l’obbiettivo di fondo era lo stesso. Tuttavia, poiché sempre di Shakespeare si sta parlando, è stato ancora più interessante lavorare ad un processo di scarnificazione dell’opera per scoprire cosa altro ci fosse dentro questa storia.

Mentre l'altro regista della doppia coppia, Andrea De Rosa, risponde alla domanda se "È legittimo uccidere il Tiranno?":

Ho deciso di affrontare il Giulio Cesare di Shakespeare concentrandomi su questa antica questione filosofica, privilegiando esclusivamente l’aspetto politico del testo; ho chiesto a Fabrizio Sinisi di rileggere l’originale in quest’ottica e di riscriverlo alla luce di questa specifica lente d’ingrandimento, trascurando i mille risvolti che, come sempre nei testi di Shakespeare, concorrono ad alimentare una vicenda piena di implicazioni dalla forte densità emotiva e psicologica, ma puntando invece sull’elemento universale della questione.

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