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Arrestato l’ex sindaco Antropoli, il gip: “Era il referente dei Casalesi su Capua”

Per i pm il medico del Cardarelli aveva stretto un patto con la fazione guidata da Michele Zagaria attraverso l’imprenditore Francesco Zagaria: sostegno elettorale in cambio dell’affidamento di alcuni appalti a ditte collegate al clan; il sostegno sarebbe andato avanti per tutto il periodo tra il 2006 e il 2016.
A cura di Nico Falco
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Carmine Antropoli, dallo scorso aprile direttore della terza divisione di Chirurgia generale del Cardarelli ed ex sindaco di Capua, arrestato due giorni fa con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, era "il referente politico-istituzionale del clan dei casalesi sul territorio". Lo scrive il gip di Napoli, Fabio Provvisier, che ha firmato l'ordine di arresto sulla base dell'impianto accusatorio della Direzione Distrettuale Antimafia. Il gip parla anche delle dichiarazioni fornite ai carabinieri dall'ingegner Greco, dell'Ufficio Tecnico del Comune, che aveva parlato di pressioni "per l'attivazione degli appalti che erano stati fino ad allora congelati che si erano conclusi con l'aggiudicazione alle imprese che i carabinieri dimostrano essere riconducibili a Francesco Zagaria", l'imprenditore arrestato insieme ad Antropoli e ritenuto elemento di spicco della fazione guidata da Michele Zagaria. Nell'indagine sono coinvolti anche Guido Taglialatela e Marco Ricci, colleghi di partito di Antropoli ed ex consiglieri comunali.

I pm – sostituti Maurizio Giordano e Sandro D'Alessio, Aggiunto Luigi Frunzio – ipotizzano che Antropoli, sindaco tra il 2006 e il 2016, avesse stretto un accordo con Michele Zagaria, tramite l'imprenditore omonimo Francesco Zagaria, per ottenere sostegno elettorale in cambio di appalti. La collusione sarebbe andata avanti fino al 2016, quando il medico, non potendosi più candidare avendo già fatto due mandati, sostenne Giuseppe Chillemi, che però non fu eletto. Di quel periodo è l'episodio intercettato dai carabinieri: il 3 maggio 2016, due giorni prima della presentazione delle liste per le elezioni del giugno successivo, nello studio di Antropoli, Francesco Zagaria schiaffeggiò Giuseppe Di Lillo, candidato, per obbligarlo a ritirarsi dalla competizione elettorale. Poco dopo il medico fu intercettato mentre parlava con la compagna Lucrezia Cicia, dicendole che era "successo un bordello nello studio, quello Franco la, voleva picchiare Lino lì dentro". Il 17 maggio i carabinieri avevano documentato con foto e video un altro incontro, di nuovo nello studio del medico, a cui avevano preso parte Zagaria e Martino Mezzero, secondo gli investigatori vicino alla fazione Schiavone dei casalesi.

Mauro Iodice, legale dell'ex sindaco, ha fatto sapere che "Il dottor Antropoli ha piena fiducia nel lavoro della magistratura e chiarirà ogni aspetto della vicenda che lo riguarda nell'interrogatorio di garanzia che si terrà venerdì 8 febbraio". L'avvocato difende anche Lucrezia Cicia, coinvolta nell'indagine per voto di scambio politico – mafioso per le Regionali del 2015 che ha portato a numerosi arresti a Caserta; la donna, esponente di Forza Italia come il compagno, è indagata per voto di scambio ma senza l'aggravante mafiosa. "Si tratta di un reato già prescritto – spiega Iodice – visto che tale fattispecie elettorale, come prevede la legge, si prescrive in due anni dal fatto; le Regionali si sono tenute nel 2015, per cui la prescrizione è scattata. Peraltro la Cicia è parte offesa nel procedimento, essendo stata minacciata da personaggi del clan Belforte, come altri esponenti politici, affinché si servisse per le affissioni di manifesti elettorali della ditta intestata alla moglie di Giovanni Capone. Questa circostanza però non è stata diffusa dalle autorità, che hanno solo veicolato la notizia che fosse indagata. Ma ripeto, il reato che si contesta alla Cicia è prescritto da oltre un anno; le autorità risponderanno nelle sedi opportune".

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