Camorra: arrestato Pasquale Scotti, tra i 10 latitanti italiani più pericolosi
È stato bloccato a Recife, in Brasile, il camorrista Pasquale Scotti, già boss della Nuova Camorra Organizzata, latitante dal 1985 e considerato uno dei dieci latitanti di massima pericolosità indicati dal ministero dell'Interno, era ricercato per omicidio e occultamento di cadavere. L'ultimo identikit di Pasqualino ‘o collier, fedelissimo di Raffaele Cutolo dal quale venne così soprannominato dopo che ebbe regalato una collana a sua moglie Immacolata, risale al 2012 e mostra il boss di Casoria invecchiato, con i capelli bianchi. L'immagine è stata realizzata dalla Polizia scientifica di Napoli per simulare l'aspetto che il criminale avrebbe avuto dopo oltre 20 anni. Scotti viveva da anni in Brasile con un nome falso, una moglie e due figli "L'ingegnere" (un altro soprannome affibbiatigli) era ricercato dalla vigilia di Natale del 1984, quando evase dall'ospedale civile di Caserta, dove era ricoverato per lesioni alla mano riportate durante un conflitto a fuoco. Il mandato di cattura fu estesa anche in campo internazionale. Scotti era uno dei personaggi più intelligenti della Nco, in grado di stabilire contatti con i politici. Ebbe un ruolo nella trattativa per la liberazione dell'assessore regionale della Democrazia Cristiana Ciro Cirillo, che fu sequestrato 27 aprile 1981 nel garage di via Cimaglia a Torre del Greco dalle Brigate Rosse e fu prigioniero per ottantanove giorni.
Camorra, la storia di Pasquale Scotti
Braccio destro di Cutolo, leader incontrastato della Nco nei primi anni Ottanta, Scotti divenne reggente del clan quando il boss Cutolo, da tempo in carcere, venne trasferito all'isola dell'Asinara in regime di massima sicurezza per volere dell'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. Dopo il trasferimento di Cutolo, nel 1983 Scotti venne arrestato a Caivano con l'accusa di essere il mandante dell'omicidio di Giovanna Matarazzo, detta Dolly Peach, una ballerina di un night club romano legata sentimentalmente a Vincenzo Casillo. Durante il periodo di carcerazione Scotti manifestò la volontà di collaborare con l'autorità giudiziaria, ma nella notte di Natale del 1984 riuscì a fuggire dall'ospedale civile di Caserta iniziando una latitanza durata 31 anni. Dal 17 gennaio 1990 era ricercato anche in campo internazionale e il suo nome era nell'Elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia. Nel 2005, la terza sezione della corte d'assise di Santa Maria Capua Vetere, lo ha condannato all'ergastolo.
"Sono io. Ma quel Pasquale Scotti non esiste più"
"Sono io, mi avete preso. Ma quel Pasquale Scotti non esiste più". È quanto ha detto, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, il latitante uomo di fiducia di Cutolo agli uomini della Polizia di Stato che, assieme agli agenti della polizia federale brasiliana, lo hanno bloccato questa mattina a Recife. Il braccio destro del "Professore" sembra voler prendere le distanze dal proprio passato, ormai lontano di spietato killer della camorra.
Il ministro Alfano: "Colpo straordinario della Polizia"
"Un colpo straordinario messo a segno dalla nostra squadra Italia che, grazie al lavoro della Polizia italiana e grazie alla preziosa cooperazione con le forze di Polizia brasiliane, ha portato all'arresto di un pluriricercato evaso, latitante da oltre 30 anni, Pasquale Scotti, capo storico di Nuova Camorra Organizzata e tra i primi ricercati della lista dei più pericolosi". Lo dice il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. "La caccia ai latitanti – sottolinea Alfano – va oltre i confini del nostro Paese, per costruire una rete di legalità che tenga insieme tutti quegli Stati che si impegnano per estirpare ogni possibile infiltrazione criminale. Il rafforzamento dei rapporti di collaborazione investigativa e operativa tra i Paesi, da' un senso comune alla lotta e aumenta le possibilità di vittoria".
Capacchione (Pd): "Svolta nella lotta ai clan"
"Una bellissima notizia. La cattura di Pasquale Scotti, latitante da quasi 31 anni, pericolosissimo braccio destro della Nco di Raffaele Cutolo e pluriomicida, evaso alla vigilia di Natale del 1984 dall'ospedale di Caserta, segna un punto fondamentale nella lotta alla camorra e nella ricostruzione degli affari piu' oscuri dei primi anni Ottanta in Campania". Così, in una nota, Rosaria Capacchione, componente della commissione parlamentare antimafia, commenta la cattura del superlatitante Pasquale Scotti. L'arresto di Scotti, continua Capacchione, "dimostra l'altissima professionalità della polizia italiana e della Procura della Repubblica di Napoli, che non hanno mai rinunciato a inseguire ogni traccia, anche la più sottile e labile, senza mai scoraggiarsi, per arrivare al risultato". "Per questa ragione – conclude la parlamentare – esprimo i miei più vivi complimenti al capo della Polizia, Alessandro Pansa; al Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti; al questore di Napoli, Guido Marino; al Procuratore di Napoli Giovanni Colangelo; a tutti gli operatori e i magistrati, a partire dal pm Marco Del Gaudio, prossimo a trasferirsi alla Procura Nazionale e alla collega Ida Teresi, per lo straordinario risultato che premia il loro impegno, la loro caparbietà, la loro intelligenza investigativa".