Arzano, caccia all’immigrato armati di cric: “Violenza inaudita”
NAPOLI – Una violenta aggressione ad un ragazzo di ventotto anni, che lavora in una palestra ed è originario della Costa d'Avorio, ma residente in Italia ormai da un decennio. Arzano si è svegliata così stamattina, con il "marchio" dell'infamia, di città dove è avvenuto questo episodio che lascia pensare ad una vera e propria aggressione razzista. Anche perché da quanto emerso finora non ci sono elementi che facciano pensare ad altro.
"Una barbarie, in stiel Ku Klux Klan", ha commentando Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi. E al momento i fatti lasciano pensare proprio ad un aggressione motivata da null'altro se non l'odio razziale. Il giovane, Ossuele Gnegne, era in sella alla sua bici mentre andava a lavoro, quando la Smart con a bordo quattro persone, tutti pregiudicati del posto, l'ha investito. Il giovane si è rialzato, ma dalla vettura sono scesi i quattro armati perfino di un cric, per pestarlo. "Vogliamo ammazzarti", le parole ripetute al ventottenne, che è riuscito a sottrarsi al pestaggio e chiamare i carabinieri, che hanno provveduto poi ad identificarli ed a denunciarli per lesioni aggravate in concorso.
I proprietari della palestra Imperial, dove lavora Ossuele Gnegne, hanno però esposto in segno di solidarietà verso il giovane dei cartelli con il messaggio "Vietato l’ingresso ai violenti e ai razzisti". Un tentativo di dare, più che altro un segnale: Arzano non vuole passare come città "razzista". Qui, nell'hinterland napoletano, la comunità di colore è da sempre parte integrante del territorio. E questo terribile episodio, in attesa che le indagini facciano chiarezza, non può sancirne il divorzio.