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Avellino, abusi sessuali e botte ai bimbi della materna: arrestati 4 insegnanti

Quattro insegnati, di età compresa tra i 46 e i 66 anni, sono stati arrestati dai carabinieri tra Avellino e Salerno con le accuse di maltrattamenti e, in un caso, di violenza sessuali ai danni di minori. Nella fattispecie, gli abusi sarebbero avvenuti ai danni di alcuni piccoli alunni di una scuola dell’infanzia dell’Irpinia nella quale i quattro insegnano.
A cura di Valerio Papadia
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Immagine di repertorio
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Orrore nella provincia di Avellino, in una scuola per l'infanzia, dove alcuni bambini sarebbero stati maltrattati e, purtroppo, anche abusati sessualmente: questa mattina, infatti, i carabinieri del comando provinciale irpino hanno arrestato quattro insegnanti di una scuola materna statale sita nella provincia di Avellino: gli insegnanti hanno tra i 46 e i 66 anni e sono residenti tra le province di Salerno e Avellino. Stando a quanto si apprende, i quattro insegnanti sono gravemente indiziati di aver maltrattato alcuni piccoli alunni e, in un caso, di aver commesso violenza sessuale.

Un caso analogo di abusi sessuali a scuola che coinvolge minori – anche se di età superiore a quella dei piccoli alunni della materna – è emerso nei giorni scorsi a Castellammare di Stabia, nella provincia di Napoli. Qui, una studentessa di 15 anni, che frequenta un istituto della città, avrebbe denunciato alle forze dell'ordine di essere stato violentata a scuola da un bidello, un uomo di 55 anni, che è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Stato e posto ai domiciliari. Sulla vicenda indaga la Procura di Torre Annunziata: stando a quanto si apprende, gli abusi sarebbero avvenuti alla fine del 2018. Nel mese di dicembre, la 15enne ha raccontato tutto ai genitori, che hanno denunciato l'accaduto e fatto scattare le indagini. Su uno dei pantaloni della ragazzina sarebbe stata trovata una traccia di Dna risultata poi compatibile con quello dell'uomo. Dal racconto della 15enne, inoltre, si evincerebbe che anche una sua compagna avrebbe subito la stessa sorte: non si esclude, dunque, che possano esserci altre vittime.

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