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Bagnoli, l’assessore Piscopo: “Il progetto di Renzi? Non è conforme al piano regolatore”

L’assessore alle politiche urbane al Comune di Napoli è intervenuto dopo la conferenza dei servizi su Bagnoli che ha dato l’ok alla caratterizzazione. “L’ok, al piano di rigenerazione? Notizia infondata”. “Siamo pronti a collaborare con Governo e Regione, ma fuori dalla cabina di regia”.”Il piano di rigenerazione urbana del governo? Non è conforme al piano regolatore”.
A cura di Angela Marino
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L'assessore alle politiche urbane Carmine Piscopo
L'assessore alle politiche urbane Carmine Piscopo

L'assessore all'urbanistica al Comune di Napoli è intervenuto dopo la conferenza dei servizi su Bagnoli che ha dato l'ok alla caratterizzazione.

Renzi ha annunciato l'approvazione del progetto per Bagnoli sottolineando il sì dei dirigenti comunali. Ci spiega esattamente a che punto siamo?

La notizia, annunciata non soltanto dal premier ieri, ma anche dal ministro Boschi, secondo la quale è stato approvato il programma di rigenerazione urbana, è totalmente infondata. È stata approvato il piano di caratterizzazione, ovvero le indagini preliminari – propedeutiche alla bonifiche – che porteranno alla valutazione dei livelli di inquinamento. Dunque un atto preliminare al piano delle bonifiche al quale poi dovranno seguire le gare e poi le bonifiche vere e proprie. Siamo dunque ad un atto preliminare al  quale il comune di Napoli ha certamente collaborato perché finalmente si facciano le bonifiche, cosa che il Comune sta chiedendo al governo da anni. Non si è preso in alcun modo in esame il programma di rigenerazione, programma al quale il comune di Napoli non aderisce e verso il quale ha fatto ricorso, in quanto ritiene che la programmazione urbanistica spetti agli enti locali. Per tale ragione l’amministrazione ha fatto un ricorso contro l’articolo 33 dello Sblocca Italia presso il Tar (ricorso che è stato bocciato lo scorso marzo, ndr.) e procederà attraverso il Consiglio di Stato.

Quali sono le criticità del piano di Governo su Bagnoli?

Va rilevato da subito che vi sono consistenti profili di varianti al piano regolatore, che vi sono interventi che vanno in deroga a vincoli paesaggistici, archeologici e ambientali. Ancora va rilevato il fatto che il programma va oltre gli stessi perimetri introdotti dall’articolo 33 includendo anche il tratto antistante Nisida. Ma soprattutto è un programma che prevede una riduzione consistente del parco e introduce volumi ad alto impatto paesaggistico all’interno del parco.

Le difformità riguardano anche la rimozione della colmata?

Se leggiamo la relazione di Invitalia allegata al progetto ci accorgiamo che dopo aver parlato in tanti punti di rimozione integrale della colmata suggerisce come proposta progettuale la riduzione della colmata e richiama, anzi afferma che il ripristino della originaria linea di costa non rappresenta un vantaggio per il programma di rigenerazione urbana, quando sappiamo bene che la legge si riferisce invece al ripristino della morfologia naturale della linea di costa in conformità allo strumento urbanistico del comune. Dunque si parla di rimozione parziale della colmata, non si afferma e non si pratica il principio di ripristino della morfologia naturale della linea della costa, si introducono volumi consistenti all’interno del parco, si riduce la superficie del parco, ma soprattutto si introducono profondi profili di varianti. Insomma non è un piano che nasce all’interno di una visione ne ambientalista , ne di tutela del luogo, ne di rispetto dell’identità della piana.

Come tutelerà il Comune i residenti delle case a rischio esproprio nel borgo di Coroglio?

Riteniamo che sia sul piano procedurale, ma soprattutto sul piano politico sia un grosso errore. Non si può partire ancora prima di avere un progetto di bonifica con l’apposizione di un vincolo  preordinato all’esproprio. Anche il piano di Vezio De Lucia prevedeva il trasferimento del Borgo di Coroglio, ma prevedeva che questo trasferimento avvenisse al termine della realizzazione delle opere. E quando le nuove case sarebbero state già realizzate: prevedeva tutto questo sulla base di un progetto organico che avesse attraversato tutti i livelli di discussione all’interno della città e che – soprattutto – fosse stato approvato dal consiglio comunale. Sembra  singolare, dunque, la circostanza per la quale si faccia la procedura espropriativa, ancora prima di aver fatto partire le bonifiche o di aver chiarito a queste persone quale sarà il loro destino. In questo senso il sindaco ha parlato di deportazione perché stiamo affrontando un argomento senza avere né gli strumenti tecnici e senza aver dato garanzie alle persone circa una loro sistemazione. Riteniamo sia un atto profondamente sbagliato, ci accorgiamo che queste procedure espropriative riguardano  anche altre aree che non sono soltanto quelle del borgo di Coroglio , ma il comune intenderà difendere i diritti di queste persone nella misura in cui le procedure che sono state avviate non risultano essere conformi alle procedure previste per legge.

Perché fino ad oggi il Comune non ha voluto sedere in cabina di regia? 

Sta passando un messaggio per il quale vi sarebbe una presa di posizione ideologica da parte dell’Amministrazione nei confronti del governo. Le cose non stanno così: il comune di Napoli ha i suoi piani, che sono stati discussi anche all’interno della città, sono stati presentati in tantissime sedi e sono stati approvati anche in consiglio comunale. Innanzitutto riteniamo che il consiglio comunale in quanto organo di rappresentanza democraticamente eletto in città, debba avere un ruolo e dunque rifiutiamo l’idea di un commissariamento. Non si tratta di uno scontro ideologico, si tratta di poter portare avanti dei piani e dei progetti che questa città ha, che questa amministrazione ha prodotto e che il destino e la programmazione urbanistica possa essere fatta nella piena valorizzazione del paesaggio costiero del paesaggio marino, delle archeologie industriali, nella realizzazione del parco, della spiaggia pubblica, di una organica idea di infrastrutturazione di quel luogo, piani e progetti ai quali il comune ha lavorato tanto e che soprattutto rispondono ad una programmazione che va avanti da tanti anni, programmazione che – sottolineo – non si è potuta portare a termine in assenza delle bonifiche.

Nel futuro il Comune collaborerà con il Governo?

Insieme con la Regione siamo disponibilissimi a qualsiasi forma di collaborazione con il governo, ma al di fuori di un commissariamento e al di fuori di una cabina di regia. La programmazione urbanistica è prerogativa degli enti locali. Non è un principio che può essere annullato, questo. Il consiglio comunale è un organismo eletto dalla cittadinanza di Napoli che ha già i propri strumenti urbanistici. Non si comprende la ragione per la quale, ecco le scelte, il comune debba essere commissariato ne per ragioni di urgenza, né per altra motivazione.

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