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Banconote e monete false, maxi blitz a Napoli. E spunta quella da 300 euro

I re degli euro falsi abitavano a Napoli: erano capaci di stampare banconote, coniare monete e riprodurre perfino i Gratta e vinci. Tra i coinvolti nel blitz delle forze dell’ordine anche Mimma Guardato, la mamma della piccola Fortuna, morta a Caivano.
A cura di Redazione Napoli
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Da Napoli parte il 90 per cento di tutte le banconote e le monete euro false diffuse nel mondo. Il dato è fornito dal procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo, a seguito dell'operazione dei carabinieri che all'alba di oggi ha consentito di sgominare un gruppo di falsari in tutta Europa, il cosiddetto "Napoli Group", sigla che include varie organizzazioni campane ed a cui, secondo gli inquirenti, è riconducibile la quasi totalità degli euro falsi nel mondo. Sono scattati provvedimenti cautelari nei confronti di 56 persone accusate dei reati – tra gli altri – di associazione per delinquere, falsificazione di monete, spendita ed introduzione nello Stato di monete falsificate, falsificazione di valori di bollo e contraffazione di altri pubblici sigilli. Il gip ha emesso 29 provvedimenti di custodia in carcere, concedendo ad altri 10 indagati gli arresti domiciliari, mentre per 12 c'è un provvedimento di divieto di dimora e per altri 5 l'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.

Euro falsi ma anche Gratta e vinci e marche da bollo

A Napoli la banda del falso stampava qualsiasi cosa avesse un valore. Ovviamente carta moneta euro, ma anche valori da bollo come le marche utilizzate per gli atti legali e ancora, anche i Gratta e vinci, che ovviamente una volta venduti non potevano garantire alcuna vittoria. All'ombra del Vesuvio c'era una imponente stamperia clandestina con macchinari di stampa Offset ‘specializzata in banconote', che ne ha prodotte nell'ordine di diversi milioni, a Gallicano, nel Lazio, una zecca clandestina produceva monete da uno ai due euro false; e ad Arzano, nel Napoletano, venivano confezionate marche da bollo telematiche e ‘Gratta e vinci' falsi. Le indagini sono durate due anni: nel 2012 Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno inizato a tentare di localizzare i canali di distribuzioni e le stamperie clandestine di banconote false, riconducibili a gruppi legati a clan dell'hinterland napoletano. Nel corso dei due anni di indagine sono state sequestrate 5.500 tra banconote e monete per un valore complessivo di un milione di euro, e arrestate in flagranza di reato 30 persone. Nel corso dell'operazione sono state scoperte una stamperia ad Arzano (Napoli) e una zecca a Gallicano (Roma).

Come e dove si smerciavano monete e banconote false

La contraffazione e lo smercio di banconote false, ma anche di valori da bollo, avveniva nel Napoletano, e i canali di distribuzione smerciavano nelle province di Torino, Bologna, Foggia, Genova, Milano, Cassino, in Sicilia e in Calabria, ed anche all'estero. I falsari di "Napoli Group" , abili e organizzati, tanto da essere anche nel mirino dell'Europol e di numerose forze di polizia di Paesi europei. Producevano "pezzotti" di alta qualità e, rivelano le intercettazioni, le indicavano con nomignoli tutti partenopei. La merce veniva chiamata cosariello (piccola cosa ndr.), ammasciata (intesa in dialetto napoletano come confidenza da una persona all'altra ndr.) ‘americano' (per indicare i dollari) e ancora, cartolina, pavimenti, scarpe e gnocchi per indicare le monete di 1 e 2 euro. Per stampare banconote o coniare monete venivano scelti luoghi isolati o comunque strutture da insonorizzare. Ciò per evitare rumori sospetti. Le banconote false – spiega la Procura in una nota – arrivavano al ‘distributore' attraverso raccomandata postale, mentre i luoghi in cui utilizzarle erano scelti tra quelli molto frequentati, compresi i mercatini, fiere e sagre di paese. Arrestato in flagranza di reato, durante le indagini, uno degli indagati con cento banconote false da venti euro, che era agli arresti domiciliari con permesso di assentarsi dalle 8 alle 11 nei giorni feriali.

La banconota da 300 euro spacciata in Germania

banda, ha spiegato il comandante del Nucleo falsificazione colonnello Ferace, ha osato addirittura stampare una banconota da 300 euro, taglio che non esiste: banconota poi spacciata in Germania. Evidentemente giocando sulla confusione connessa alla realizzazione di nuove (nel design) banconote, qualcuno ne ha approfittato. E qualcuno, incredibilmemte, ha abboccato.

La falsa banconota da 300 euro.
La falsa banconota da 300 euro.

Il caso della mamma di Fortuna, la bimba morta a Caivano

Domenica Guardato, detta Mimma la mamma della piccola Fortuna Loffredo – vittima di abusi, morta il 24 giugno scorso dopo essere caduta nel vuoto nel Parco Verde di Caivano – è tra i destinatari dei divieti di dimora nell'ambito dell'inchiesta che ha sgominato una banda internazionale di falsari. Sulla morte della bimba è aperta un'inchiesta che ipotizza l'omicidio, ancora non c'è un colpevole.

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