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Benevento, lucro sulla pelle dei migranti: latte “allungato” con l’acqua piovana

L’inchiesta sul business da milioni di euro dei centri migranti di Benevento e provincia che, nei giorni scorsi, ha portato all’arresto di 5 persone – tra cui funzionari pubblici e rappresentati delle forze dell’ordine – mentre altre 36 risultano indagate, si arricchisce di nuovi, inquietanti particolari: in alcuni centri, per risparmiare, il latte veniva “allungato” con l’acqua sporca proveniente dalle piogge.
A cura di Valerio Papadia
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Proseguono le indagini sull'ingente truffa – da milioni di euro – perpetrata ai danni dello Stato, e sulla pelle dei migranti, a Benevento e provincia. L'inchiesta, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, nei giorni scorsi ha portato all'arresto di 5 persone, tra le quali figurano anche funzionari pubblici e rappresentati delle forze dell'ordine: altre 36 persone risultano invece indagate. Gli arrestati, tramite la gestione di centri d'accoglienza per migranti, lucravano sulla loro pelle: le indagini hanno svelato che i soggetti, per guadagnare di più, ospitavano più migranti del consentito oppure, in particolare, facevano risultare ancora ospiti dei centri ragazzi che se n'erano andati da anni, continuando ad intascare i soldi.

Latte "allungato" con l'acqua piovana

Le indagini, che come detto stanno andando avanti per scavare a fondo nell'intricato sistema criminale nella gestione dei centri per migranti messo in piedi nel Sannio, hanno svelato particolari inquietanti, soprattutto per quanto riguardo il cibo rifilato agli ospiti di alcuni centri. Stando alle intercettazioni tra gli indagati, riportate dal Mattino, in alcuni centri il latte, per risparmiare, veniva "allungato" con l'acqua: in un'occasione, però, dato che il centro in questione non aveva acqua corrente, al latte veniva aggiunta acqua piovana prelevata da un pozzo. Non solo: dalle intercettazioni sono emerse anche frasi in codice utilizzate da funzionari pubblici per avvertire i centri di accoglienza "amici" delle ispezioni fissate dall'Alto Commissariato per i rifugiati dell'Onu.

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