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La storia di Benny e Vito Molaro, fratelli e attori: una vita a lottare contro la malattia

“Non bisogna mai arrendersi davanti alle difficoltà”: è il la frase che accompagna la vita dei fratelli-attori Vito e Benny Molaro, entrambi toccati da malattie rare e devastanti. Qualche giorno fa il 26enne Vito è morto, stroncato dalla fibrosi cistica. Il fratello, affetto dalla sindrome di Usher, una malattia rara agli occhi, racconta la battaglia col Telethon, per aiutare la ricerca.
A cura di Redazione Napoli
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I fratelli Vito e Benny Molaro
I fratelli Vito e Benny Molaro

La storia di Vito Molaro e di suo fratello Benedetto, "Benny", sconosciuta ai più, è ‘esplosa' meno di ventiquattr'ore fa. La notizia della morte di Vito, 26 anni, campano, residente a Tufino (Napoli) ammalato di fibrosi cistica, ha fatto il giro d'Italia. Vito era volenteroso e caparbio, ma non era, non ancora, un attore affermato, aveva dalla sua piccole particine in soap opera (Un posto al Sole) in vari film tra cui quelli con la popolare cantante e attrice partenopea Serena Rossi e foto con l'idolo dei napoletani, il comico Alessandro Siani. La gigantesca eco della ferale notizia, dunque, è da ricercarsi, non solo nella tragedia di una morte giovane, nell'estrema ‘socialità' della storia del povero Vito che fino all'ultimo aveva lottato contro la fibrosi cistica, ma anche in una storia più personale e meno conosciuta, che affiora però ad una lettura attenta della vita dei due fratelli Molaro.

Il legame tra il 26enne Vito e il 30enne Benny Molaro, non è solo quello tra due fratelli, entrambi con la passione per la recitazione. È quello di due persone che, di fronte alle avversità della vita, hanno mostrato coraggio e spirito di solidarietà. A raccontare tutto è Benedetto, in una lettera giunta proprio al nostro giornale qualche tempo fa: «Mi sono diplomato in Tecnico delle industrie meccaniche nel 2007. Ho una grande passione per il calcio, palestra, politica, il sociale e tv, purtroppo non riesco a trovare lavoro, ho fatto tanti colloqui  e fanno solo promesse. Ad oggi, dopo vari tentativi falliti e occasioni mancate, ho l’impressione di non aver costruito niente, di non avere niente: nessun lavoro, nessun contratto stabile, nessuna tutela o prospettiva di crescita, nemmeno una vita degna di essere chiamata tale purtroppo prendo una minima di invalidità di 290 euro».

Già: invalidità. Perché Benny come Vito, è purtroppo affetto da una malattia subdola e infame. «Ho la sindrome di Usher una malattia rara agli occhi mi è stata diagnosticata 13 anni fa. Amo molto lavorare nel settore del sociale, redazione, organizzazione e collaborazione eventi con vari associazioni». È il Telethon, la maratona televisiva per raccogliere i fondi in favore della ricerca sulle malattie rare, la sfida che ha accompagnato la vita dei Molaro. Racconta Benny: "Anni fa, quando ho scoperto la mia malattia, non stavo più bene con me stesso, stavo male dentro. Col tempo però ho capito che dovevo reagire affrontando le mie paure. È stato in quel momento che ho trovato la forza. Quella forza che mi ha permesso di andare avanti. Ho conosciuto Telethon che attraverso nuove esperienze nel sociale, mi ha sostenuto durante il mio cammino di crescita, insegnandomi ad abbattere tutte le mie insicurezze verso il futuro, perché non bisogna mai arrendersi davanti alle difficoltà».

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