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Bimba morta di tumore, indagato il pediatra con la moglie: non diagnosticò la malattia

Angelo Coronella, medico pediatra e neonatologo, e sua moglie Ersilia Pignata, pediatra abusiva sono finiti ai domiciliari con l’accusa di omicidio colposo per la morte di una bimba di due anni. Secondo le ipotesi della Procura la coppia sarebbe responsabile anche del decesso di un’altra bimba di quattro anni.
A cura di Angela Marino
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Angelo Coronella, medico pediatra e neonatologo, e sua moglie Ersilia Pignata, pediatra abusiva sono finiti ai domiciliari con l'accusa di omicidio colposo per la morte di una bimba di Giugliano. I due, marito e moglie, devono anche rispondere, a vario titolo, dei reati di esercizio abusivo esercizio della professione, violazione dei sigilli, falsità ideologica in certificati e sostituzione di persona. Secondo le ipotesi della Procura i due sarebbero responsabili della morte anche di un'altra bimba di quattro anni.

Le indagini sono scattate dopo la morte della piccola per un tumore maligno. Le indagini hanno anche accertato come la donna esercitasse abusivamente la professione medica.La bimba era stata portata dai genitori presso il centro pediatrico gestito dalla coppia di nel comune di Casal di Principe, nel Casertano. Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Napoli Nord, i due avrebbero sottovalutato i sintomi lamentati dalla piccola – in cura presso il loro centro dal maggio 2011 – e trascurato ulteriori indagini che avrebbero portato alla diagnosi del cancro. Nel settembre 2013 la bimba venne portata dai genitori al centro sanitario a causa di una forte crisi di pianto e di difficoltà urinarie. I due medici attribuirono il pianto alle eccessive attenzioni dei genitori e alla piccola venne prescritto dolo un antinfiammatorio. Nello stesso giorno, allarmati dal pianto incessante, i genitori accompagnarono la bambina all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove, dopo un'ecografia, venne individuata la presenza di un'estesa massa tumorale. Le indagini successive, eseguite, stavolta, al Policlinico di Napoli, identificarono la massa come un neuroblastoma al quarto stadio: il tumore aveva già generato metastasi. Secondo quanto accertato dai consulenti ​​tecnici della Procura, ci sarebbe stata una "colposa sottovalutazione della sintomatologia anche attraverso un'omissione dei doverosi approfondimenti diagnostici che determinò un ritardo nella diagnosi".

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