Bimbo ucciso a Cardito, la maestra: “Denunciammo alla preside le violenze sulla sorellina”
Continuano le indagini, al processo, sulla morte del piccolo Giuseppe Dorice, il bimbo di 7 anni ucciso a suon di botte dal patrigno, Tony Essobti Badre, lo scorso 27 gennaio a Cardito, nella provincia partenopea. Nel Tribunale di Napoli, davanti alla Corte d'Assise, ha parlato una delle maestre della scuola frequentata dal piccolo Giuseppe e dalla sorellina, anche lei vittima di violenze da parte del compagno della madre. L'insegnante ha reso noto che, nove giorni prima del tremendo omicidio del bimbo, fu inviata una lettera alla preside dell'istituto nella quale lo si metteva al corrente che la sorella di Giuseppe si era presentata in classe con lividi e tumefazioni. Sollecitata proprio dalle maestre, come scrissero loro nel documento, la bimba riferì che si trattava delle conseguenze delle botte del patrigno. Durante le indagini sulla morte del bambino di sette anni, proprio le maestre e la dirigente scolastica vennero sospese.
Davanti alla Corte d'Assise e al presidente La Porta ha parlato anche il dottor Francesco Villa, lo psichiatra incaricato dal Tribunale dei Minori di Napoli, lo scorso 11 marzo – insieme anche al dottor Esposito – di condurre accertamenti su Valentina Casa e Felice Dorice, il padre e la madre dei due bambini. Secondo lo psichiatra Villa, la madre di Giuseppe non tutelava i figli, anteponendo il suo rapporto personale con Tony Essobti alla cura della proprio prole. Anche la madre dei bimbi è stata arrestata per comportamenti omissivi: sapeva delle ripetute violenze e non le ha mai denunciate. Il padre di Giuseppe, invece, sempre secondo le parole dello psichiatra, è stato una figura assente nella vita dei bambini.