Bombe e racket a Casoria e Afragola, 18 arresti nel clan Moccia
Ognuno aveva la sua lista, un elenco di nomi, indirizzi e attività da taglieggiare, per un totale di diverse decine di imprenditori e commercianti che erano sotto il gioco del racket: ognuno doveva pagare, e l'estorsione avveniva in modo organizzato, scientifico, puntuale. Con "tasse" della camorra già pianificate anche per il periodo di Natale, come era avvenuto negli anni scorsi. L'organizzazione, smantellata dalle indagini della Polizia di Stato, aveva messo le mani su Afragola e Casoria, in provincia di Napoli, gestendo in regime di monopolio il racket delle estorsioni per conto dello storico clan Moccia.
Il blitz è scattato nella notte di oggi, 10 dicembre: gli agenti del commissariato di Afragola, coordinati nelle indagini dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip di Napoli per 18 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione camorristica, estorsione e porto e detenzione di armi, compresi esplosivi, con l'aggravante mafiosa.
Fra gli arrestati ci sono persone già condannate o sotto processo per l'appartenenza al clan Moccia, tra i quali Renato Tortora e Ciro Serrapiglia, ritenuti capo e promotore, ed elementi di vertici del gruppo camorristico, come Domenico Tuccillo, figlio del defunto Gennaro Tuccillo, alias Zi' Sante, che del clan di Afragola era stato anche il reggente.
"Un'operazione molto importante – dice il questore di Napoli, Alessandro Giuliano – perché ha permesso di documentare una pressione estorsiva diffusa nei territori di Casoria ed Afragola, finalizzata tra le altre cose al sostegno ai sodali detenuti, meccanismo tipico delle organizzazioni mafiose. La lotta alla camorra resta la priorità delle priorità".
L'agguato nell'autolavaggio a Giuseppe Fonzo
Le indagini erano partite nel dicembre del 2018, dopo un agguato in un autolavaggio di San Pietro a Patierno, nela periferia nord di Napoli: Giuseppe Fonzo, il gestore, era stato colpito alle gambe e alla testa da colpi di pistola. L'uomo era ritenuto vicino a Pietro Iodice, alias Pierino ‘a Siberia, anche lui legato al clan Moccia. Dopo quel tentato omicidio furono arrestati, a seguito di fermo del pm, e sono attualmente imputati, Francesco Carpentieri, Cristian Scognamiglio, Rosario Garzia ed Emanuele Angelo Maugeri; gli ultimi tre, in base alle indagini del Comando Provinciale dei Carabinieri, sono ritenuti appartenenti all'organizzazione guidata da Renato Tortora.
Durante l'attività investigativa sono state sequestrate armi, tra cui un fucile a canne mozze e una bomba a mano nel marzo 2019, che erano nelle disponibilità del gruppo e sono stati eseguiti fermi di estorsori del gruppo, ovvero Gennaro Ferrara, Gianni Urgherait e Lucio Caputo a giugno, e Antonio Spagnoli ad ottobre.
In uno degli appartamenti controllati durante l'esecuzione dell'ordinanza di stanotte, disabitato ma utilizzato dai componenti del sodalizio, sono stati rinvenuti 10 cartucce , hashish x un peso di 2069,35 grammi, 510 grammi di marijuana e 662 grammi di cocaina, oltre a bilancini di precisione e buste in cellophane per il confezionamento delle dosi. Nel corso dei controlli erano stati trovati, nella stessa casa, anche guanti da lavoro, 3 cappellini 4 pettorine blu con scritta Polizia, contraffatti; nella casa di Enrico Tortora, in una cassetta di sicurezza metallica all'interno di un armadio, sono stati poi trovati circa 25mila euro in taglia da 100 e 50 euro.
Le estorsioni ad Afragola e Casoria
Gli investigatori hanno ricostruito l'organizzazione capeggiata da Renato Tortora che, insieme ai figli Enrico Tortora e Pietro Tortora, e con la collaborazione della moglie, Rosa Mauro, aveva negli anni preso il pieno controllo delle attività criminali su Casoria e si occupava del sostentamento non solo dei propri affiliati arrestati ma anche dei detenuti e delle rispettive famiglie di membri del clan Moccia, reclutando anche nuove leve in caso di arresti. Per Afragola, invece, i referenti del gruppo erano Ciro Serrapiglia e Domenico Tuccillo.
I membri del gruppo avevano delle liste di esercizi, da cui attingere per le estorsioni, e la "campagna di riscossione" per il prossimo Natale era stata già programmata. Dalle indagini è emerso che gli appartenenti al gruppo hanno imposto il racket a decine di esercizi commerciali e, in particolare, nel periodo natalizio del 2018 ad occuparsi del pizzo erano stati Cristian Scognamiglio, Rosario Garzia, Francesco Carpentieri ed Emanuele Angelo Maugeri.
Dopo il loro arresto per l'agguato a Fonzo erano stati sostituiti da Gennaro Ferrara, Gianni Ungherait e Lucio Caputo, destinatari di un fermo di indiziato di delitto il 6 giugno 2019 per estorsione. Anche dopo il loro arresto il gruppo aveva provveduto alla sostituzione: delle estorsioni di ferragosto e di quelle del periodo post-estivo se ne erano occupati, secondo le indagini, Domenico Ambrosio, Vincenzo Cervo e Antonio Spagnoli, quest'ultimo arrestato in flagranza di reato il 15 ottobre 2019, mentre tentava di estorcere soldi a un cantiere edile.