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Borseggiatori a caccia di turisti alla stazione centrale, paranza arrestata sull’autobus

Quattro borseggiatori, tre uomini e una donna, sono stati arrestati dalla Polfer su un’autobus nei pressi della Stazione Centrale di Napoli. Avevano appena derubato un turista di 65 anni prendendogli il portafogli (la “pantofola”, nel gergo) e stavano per “fare cavallo”, ovvero passarsi la refurtiva e scappare.
A cura di Nico Falco
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Un colpo di tosse per segnalare alla nonna, le dita strette sulla pantofola, poi il diversivo: uno spintone, resta solo da fare cavallo e dileguarsi. Termini in codice, gergo da borseggiatori consumati, per raccontare come funziona un furto in cui ognuno ha i propri ruoli. La nonna è in realtà il complice, quello che ha il compito di distrarre la vittima, la pantofola è il portafogli o l'oggetto da rubare, e fare cavallo significa passare la refurtiva al compare. Funzionava secondo questo schema anche la paranza che è stata arrestata dalla Polizia Ferroviaria e che aveva scelto come territorio di caccia l'area della Stazione Centrale di piazza Garibaldi. In manette una donna, A.A. di 58 anni, e tre uomini, S.D.M., classe 1971, S.A. classe 1964, e G.P., classe 74, tutti napoletani con precedenti penali specifici.

Si muovevano tutti insieme, in modo da distrarre la vittima e poter derubarla approfittando della ressa e della facilità con cui avrebbero potuto coprirsi a vicenda. E, inoltre, la superiorità numerica era un altro fattore di vantaggio: nel caso la vittima si fosse accorta del furto, avrebbero potuto facilmente sopraffarla ugualmente.

I quattro stavano seguendo un turista di 65 anni. Sono saliti con lui a bordo dell'autobus di linea 151 e, come da programma, hanno cominciato il teatrino: lo hanno circondato e, approfittando della folla, gli hanno sfilato il portafogli dal marsupio. Dentro c'erano 580 ero. Rimaneva da "fare cavallo" ma, prima di scappare, i borseggiatori si sono trovati in trappola: gli agenti della Ferroviaria, che a loro volta li avevano seguiti, li hanno bloccati e arrestati. Giudicati per direttissima, i quattro sono stati condannati a 1 anno e 4 mesi di reclusione e sono stati sottoposti alla detenzione domiciliare.

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