Ieri Vincenzo De Luca prima ha annunciato, manco fossero i Lanzichenecchi, «ventimila extracomunitari nella Piana del Sele per i raccolti» e poi si è pure sorpreso perché Matteo Salvini ha colto la palla al balzo e schiacciato, da par suo, facendo leva su un sentimento di paura che fino ad oggi aveva dimenticato certe assurdità, concentrandosi sulla pandemia. La Lega vuole "assumere braccianti italiani" per il lavoro nei campi coltivati a pomodori e altri ortaggi, nei vigneti e nei frutteti, nelle sterminate serre sotto il sole. "Prima i campani!". E De Luca che ha alzato una palla perfetta per la schiacciata fa l'offeso e ne approfitta per un altro po' di ammuina politica. Ma vi è chiaro, vero, che da sempre sono i migranti che ogni estate fanno i braccianti e raccolgono ‘e pummarole? No, perché se davvero credete alle due favolette, quella della ‘calata' di migranti che provengono da chissà dove e quella degli italiani sbattuti fuori da serre e agrumeti dai cattivoni extracomunitari allora non vivete in questo mondo da trent'anni almeno.
Un po' di onestà intellettuale la dovete a voi stessi: chi pensavate raccogliesse frutta e ortaggi? I vostri zii? I vostri cugini invisibili? La paura dei focolai da Covid-19 è comprensibile ed è uguale per tutti. O pensavate che un migrante non ne debba avere? E non debba, al pari del negoziante d'abbigliamento, del parrucchiere o del concessionario d'auto, avere il diritto di guadagnarsi il pane? Semmai è giusto pensare a combattere lo sfruttamento, il capolarato e a garantire ai braccianti di ogni nazionalità salari equi e dignità lavorativa, nonché la sicurezza sul luogo di lavoro.