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Bus caduto dal viadotto dell’Acqualonga, la Procura di Avellino ricorre in Appello

La Procura di Avellino ha deciso di ricorrere in Appello contro la sentenza dello scorso 11 gennaio per la strage dell’Acqualonga del 28 luglio 2013, quando un autobus precipitò da un viadotto dell’A-16, causando 40 morti su 48 passeggeri al suo interno. In primo grado vi erano state 6 assoluzioni e 6 condanne.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un'immagine del terribile incidente sul viadotto Acqualonga dell'A16
Un'immagine del terribile incidente sul viadotto Acqualonga dell'A16

La procura di Avellino ha deciso di presentare ricorso in Appello contro la sentenza emessa lo scorso 11 gennaio dal giudice monocratico del Tribunale irpino Luigi Buono nei confronti dei 14 imputati nel processo per la strage del viadotto dell'Acqualonga, quando 40 persone morirono dopo che l'autobus su cui viaggiavano precipitò in un burrone dopo aver sfondato i guardrail. La sentenza aveva fatto molto discutere, ed in particolare l'assoluzione di sei persone, ovvero dell'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci e dei dirigenti Riccardo Mollo, Giulio Massimo Fornaci, Antonio Sorrentino, Michele Maietta e Marco Perna.

Ad essere condannati lo scorso 11 gennaio, invece, furono sei persone: in primis Gemmaro Lametta, titolare dell'azienda che gestiva l'autobus, al quale furono inflitti 12 anni ed Antonietta Ceriola, dipendente della Motorizzazione Civile di Napoli, condannata ad otto anni. Sei gli anni di reclusione inflitti a Gianluca De Franceschi e Nicola Spadavecchia, dirigenti di Autostrade per l'Italia, mentre Paolo Berti e Gianni Marrone (rispettivamente direttore di tronco di Autostrade e dipendente della concessionaria) erano stati condannati a 5 anni e 6 mesi. Cinque gli anni invece comminati a Michele Renzi e Bruno Gerardi, dipendenti di Aspi. A decidere per il ricorso il procuratore capo di Avellino Rosario Cantelmo affiancato dal sostituto procuratore Cecilia Annecchini.

L'incidente stradale del viadotto Acqualonga ha lasciato del resto il segno in tutta Italia: era la sera del 28 luglio 2013 quando l'autobus, di ritorno da Pietrelcina e con a bordo 47 passeggeri più l'autista, precipitò dal viadotto dell'autostrada A-16, sul viadotto dell'Acqualonga nel territorio di Monteforte Irpino, tra i caselli di Avellino Ovest e Baiano, in direzione Napoli. Quaranta le vittime (su 48 persone che erano a bordo), che ne hanno fatto il più grave incidente stradale della storia d'Italia.

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