Cacciato di casa perché gay: la famiglia dovrà passargli un assegno mensile
La vicenda di Francesco e Giuseppe, rispettivamente 18 e 20 anni, due fidanzati della provincia di Napoli cacciati dalle rispettive famiglie, che non accettavano la loro omosessualità e costretti a vivere per strada, aveva suscitato numerose polemiche. Ieri mattina, però, dopo tanta sofferenza, è arrivata una buona notizia: Francesco, il più giovane della coppia, cacciato di casa subito dopo essere diventato maggiorenne, riceverà un assegno mensile di mantenimento dalla sua famiglia: lo ha deciso il Tribunale di Napoli Nord, a cui Francesco si era appellato per separarsi giudizialmente dai suoi genitori.
A dare la notizia è una nota di Arcigay Napoli (l'associazione che difende i diritti della comunità Lgbt): proprio l'avvocato Salvatore Simioli, dello sportello legale dell'Arcigay, ha assistito il 18enne nella causa contro la famiglia. "Pur acccogliendo parzialmente le sue richieste, il Giudice ha stabilito che i genitori versino al ragazzo ogni mese un assegno di mantenimento. Lo stesso Giudice però non si è espresso sul garantire a Francesco un legame affettivo con la sorella più piccola: cosa che viene impedita dalla madre che ha riferito che non sarebbe educativo per la bambina ‘essendo Francesco apertamente omosessuale'" si legge nella nota dell'Arcigay.
Sulla vicenda è intervenuto anche Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli: "La solerzia con la quale ha agito il nostro Sportello Legale guidato dall’avvocato Simioli e la solidarietà della nostra rete nazionale Lgbt (che ha consentito di poter dare accoglienza ai due ragazzi, prima a Napoli e ora a Roma) e la vicinanza delle Istituzioni (a partire dal Sindaco di Casoria, Pasquale Fuccio) stanno restituendo lentamente dignità alle vite di due giovani ragazzi vittime di una storia triste e profondamente ingiusta".