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Camorra, a processo la paranza dei bimbi: chiesti 2 ergastoli

A processo gli esponenti i protagonisti della faida tra il cartello Giuliano-Sibillo-Brunetti-Amirante, la cosiddetta “paranza dei bimbi di Forcella” e la famiglia dei Mazzarella. I pm della Dda hanno chiesto due ergastoli per due esponenti del cartello. Per i 51 imputati la richiesta è di 556 anni complessivi di detenzione.
A cura di Angela Marino
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Il baby boss Lino Sibillo
Il baby boss Lino Sibillo

È arrivato il momento della resa dei conti per i baby boss di Forcella. Martedì, davanti al giudice Nicola Quatrano, si è tenuta nell'aula bunker di Poggioreale, l'udienza per il rito abbreviato per cinquantuno imputati. Si tratta dei giovanissimi affiliati ai clan del centro storico di Napoli dove si consuma la faida tra il cartello Giuliano-Sibillo-Brunetti-Amirante – la cosiddetta "paranza dei bimbi du Forcella" – e la famiglia dei Mazzarella. Due ergastoli sono stati chiesti per Vincenzo Costagliola e Giovanni Cerbone, mentre per gli altri imputati le richieste si aggirano tra i 4 e i 20 anni di carcere, per un totale di 556 anni  complessivi di detenzione.

La condanna più dura è stata chiesta dei pubblici ministeri della Dda Henry John Woodcock e Francesco De Falco per l’omicidio di Maurizio Lutricuso, ucciso il 10 febbraio 2014 davanti a una discoteca a Pozzuoli (Napoli) per una sigaretta negata per il quale è stato condannato Vincenzo Castagnola. Stessa pena per Giovanni Cerbone ritenuto colpevole dell'uccisione di Tahar Manai, cittadino tunisino trucidato per uno sgarro ai Mazzarella il 16 luglio 2013.

Vent'anni di reclusione sono stati chiesti per Pasquale Sibillo, e ritenuto elemento apicale del clan omonimo. Uguale pena è stata chiesta anche per gli altri elementi di spicco del cartello tra cui Manuel Brunetti, Giuseppe Giuliano, Guglielmo e Antonio Giuliano, Salvatore Marino e Salvatore Cedola, mentre 16 anni è la richiesta per Luigi Vicorito e Manuel Giuliano, costituitosi lo scorso luglio.

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