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Camorra, arrestate 18 persone ritenute ai vertici del clan Ligato di Pignataro Maggiore

Vasta operazione nel Casertano: quindici persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, altre tre ai domiciliari. Per gli inquirenti, sarebbero tutte figure di vertice all’interno del clan Ligato, attivo nell’area di Pignataro Maggiore. Le indagini sono partite nel 2017 ed hanno ricostruito fatti criminosi del triennio 2016-2018.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Un blitz all'alba ha portato all'arresto di diciotto persone, tutte ritenute ai vertici del clan Ligato attivo a Pignataro Maggiore, nel Casertano. Sono tutte ritenute dagli inquirenti responsabili a vario titolo dei reati di  associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, danneggiamento seguito da incendio, lesioni personali aggravate, detenzione armi, munizioni e materie esplodenti, porto abusivo d’arma, violenza privata e minacce aggravate, nonché detenzione illegale di bomba a mano, aggravati dall'aver agevolato un sodalizio mafioso. Dei diciotto, ben quindici sono stati raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre i restanti tre sono stati raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.

La vasta operazione, eseguita congiuntamente dalle forze dell'ordine di Napoli e Caserta, è partita da un'indagine avviata nel 2017 e nella quale è anche confluita quella in merito agli spari esplosi contro un'agenzia funebre di Sparanise dello scorso 28 febbraio 2018. A ritroso, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire diversi episodi avvenuti nel triennio 2016-2018 tra Capua, Vitulazio, Sparanise, Pignataro Maggiore ed altre zone limitrofe. Già nel maggio 2018 erano scattate le manette per sei persone, tutte ritenute vicine al clan Ligato, quello che gli inquirenti considerano erede del clan storico Lubrano-Ligato. Ricostruita l'organizzazione piramidale del nuovo clan, è emersa anche la presenza di figure "nuove", mai sottoposte ad investigazione, che gestivano le piazze di spaccio del clan.

Tra gli episodi sotto indagine degli inquirenti, anche quelli di incendi di autovetture, aggressioni, agguati contro edifici ed attività commerciali, e via dicendo, che sarebbero da attribuire alla strategia del clan per il controllo del territorio. In particolare, le forze dell'ordine hanno messo sotto la lente d'ingrandimento anche l'esplosione di un potente ordigno, assieme ad alcuni colpi di fucile, contro l'abitazione del gestore di una piazza di spaccio "concorrente", avvenuta l'11 dicembre 2016. Una serie di episodi che, secondo quanto ricostruito dalle indagini, erano ritenuti necessari per porre il nuovo clan come quello egemone nel territorio di Pignataro.

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