L'unico modo per distruggere quell'automobile blindata era usare qualcosa di veramente micidiale. Le pistole non avrebbero superato le portiere, un mitra sarebbe stato devastante ma non si poteva rischiare che il boss riuscisse a scappare. Così, l'idea: avrebbero usato un bazooka. Se il piano fosse andato in porto, Bruno Rossi, detto Il Corvo, sarebbe saltato in aria insieme alla sua automobile e l'Alleanza di Secondigliano si sarebbe liberata di quel boss emergente che si era messo in testa di riunire una serie di gruppi criminali dell'area ovest di Napoli sotto il cartello della "Nuova Mala Flegrea" ed era entrato in contrasto con quei clan che con Secondigliano erano collegati.
La circostanza la racconta, in un verbale del 2002, lo stesso Bruno Rossi, contenuta nell'ordinanza contro il clan Contini eseguita mercoledì scorso, 26 giugno. Nel mirino dell'Alleanza di Secondigliano, dice, ci era finito insieme ad Antonio Di Vicino, detto Tonino Lemon. Lo aveva anche avvertito, ma lui non ci aveva creduto: venne ucciso nel 2000. Il Corvo dice di aver saputo dell'agguato in preparazione contro di lui da un amico e di essersi rivolto a un pregiudicato imparentato coi vertici del clan Lo Russo ma inquadrato nei Misso della Sanità che gli avrebbe confermato il progetto.
In risposta, Rossi e i suoi complici decisero di uccidere Gennaro Esposito, che in quel periodo era il reggente dell'Alleanza di Secondigliano; l'uomo, cognato dei boss dei Licciardi, morì in un agguato nell'ottobre del 2000, un mese dopo l'omicidio di Tonino Lemon.
A colpi di bazooka era stato minacciato anche il boss Pietro Lago, ‘o Ciore, anche lui alla fine degli anni '90 inquadrato nella federazione di clan che venne chiamata "Nuova Mala Flegrea": era il 3 ottobre 1998, ne spararono un colpo contro la casa del fratello incensurato, a Pianura, ma per un errore di puntamento la granata distrusse il cancello e un albero.