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Camorra e narcos, la droga del Cartello di Cali a Marano: raffica di condanne

Condanne a raffica per diversi imputati, molti dei quali avevano scelto il rito abbreviato: l’organizzazione era finita alla sbarra perché in affari con il Cartello di Cali, in Colombia. La droga arrivava fino a Marano tramite i propri “corriere”. Condannati anche i ras dei clan Nuvoletta, Leone e Ciccarelli, oltre a colombiani del ramo sudamericano dell’organizzazione.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il Cartello di Cali nella serie televisiva di Netflix "Narcos", basato sull'originale cartello colombiano storico avversario del Cartello di Medellin guidato da Pablo Escobar.
Il Cartello di Cali nella serie televisiva di Netflix "Narcos", basato sull'originale cartello colombiano storico avversario del Cartello di Medellin guidato da Pablo Escobar.

La droga arrivava dalla Colombia a Napoli, importata da veri e propri corrieri. Un affare per la camorra napoletana e per il Cartello di Cali, lungo l'asse che dall'omonima città colombiana porta fino a Marano di Napoli. Un'organizzazione sgominata nei mesi scorsi da una maxi-inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e per la quale sono arrivate le prime condanne: i fatti si riferiscono al biennio 2013-2014, quando l'organizzazione importava dalla Colombia cocaina ed hashish, acquistata dal Cartello di Cali, e nella quale operavano elementi di spicco di diversi clan tra Marano, Quarto, Torre Annunziata, Caivano, Bacoli e Villaricca.

Trentasette le persone che a marzo finirono imputate, tra cui i ras dei clan Nuvoletta, Leone e Ciccarelli. La maggior parte degli imputati ha scelto il rito abbreviato: sono stati accusati di traffico internazionale di cocaina e hashish, importata dalla Colombia e dai paesi del Nordafrica, nell'ambito del processo che ha avuto luogo presso l'aula bunker di Poggioreale. Tra i condannati Antonio Nuvoletto (12 anni), Julian Adres Ayala Gomez (14 anni), Vincenzo Esposito (14 anni), Hernan Alberto Avivo Aguirre (14 anni), Lucia Barone (8 anni), Josè Antonio Ayala Gomez (considerato il procacciatore delle somme destinate agli acquisti in Colombia, 6 anni e 8 mesi), Giacomo Di Pierno, (collaboratore di giustizia, 8 anni), Pasquale Fucito (boss di Caivano, 12 anni), Francesco De Rosa (15 anni), Bruno Carbone, latitante (20 anni), Marianna Caprio (7 anni e 4 mesi), Violetta Prezioso, (moglie di Nuvoletto, 4 anni), Bruno Giugliano (18 anni) ed Antonio Pareles Gomez (10 anni).

Il Cartello di Cali nella serie "Narcos"

Il Cartello di Cali è il nome dato ai narcotrafficanti che gestiscono ogni aspetto della produzione, lavorazione e vendita di droga che ruota attorno alla città colombiana di Santiago de Cali, comunemente definita solo Cali. Il suo nome è di recente tornato alla ribalta con la serie televisiva "Narcos", prodotta da Netflix, ispirata proprio alle lotte dei cartelli colombiani per il controllo della droga. Tra queste, anche le vicende legate allo storico Cartello di Cali, che ne raccolse l'eredità lasciata dalla morte del "padrino" Pablo Escobar, che guidava i rivali del Cartello di Medellin.

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