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Camorra, il boss Michele Zagaria: “Pronto a morire piuttosto che pentirmi”

Durante il processo davanti al Tribunale di Napoli Nord che lo vede imputato per associazione a delinquere di stampo mafioso, Michele Zagaria, storico boss del clan dei Casalesi ha dichiarato: “Volevano farmi pentire, ma non mi pentirò mai”. Il boss ha affermato anche di aver pensato al suicidio.
A cura di Valerio Papadia
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"Non mi pentirò mai". Questo il senso delle dichiarazioni rese in aula da Michele Zagaria, storico boss del clan dei Casalesi, durante il processo che lo vede imputato per associazione a delinquere di stampo mafioso. Il boss dei Casalesi è intervenuto davanti al Tribunale di Napoli Nord in videoconferenza dal carcere di Tolmezzo, dove è detenuto al 41 bis. "Hanno cercato di farmi pentire – ha dichiarato Zagaria – ma non lo farò mai". Il boss della camorra, contestualmente, ha dichiarato che avrebbe preferito uccidersi, piuttosto che cedere alle pressioni degli inquirenti che volevano diventasse un collaboratore di giustizia.

Nella fattispecie, Zagaria è accusato di aver mandato messaggi dall'interno del carcere ai famigliari durante i colloqui e anche durante un processo che lo vedeva imputato per omicidio davanti alla Corte d'Assise di Napoli. Durante l'udienza è stato ascoltato un ispettore della polizia penitenziaria che coordinava i colloqui tra il boss e i famigliari nel carcere di Opera, dove Zagaria era precedentemente detenuto, che ha riferito che il boss mandava messaggi criptati ai famigliari durante i colloqui. Per questo, sono già state condannate la sorella di Zagaria e le due cognate. Il processo è stato rinviato a gennaio.

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