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Camorra pure nei campi di calcetto: “Nei distributori solo le bibite che diciamo noi”

Sette persone sono state raggiunte da una ordinanza cautelare per contrabbando di sigarette e per tentata estorsione aggravata: avrebbero imposto il pizzo al titolare di un campetto di calcio del Casertano, obbligandolo a comprare le bevande esclusivamente da una ditta di loro proprietà. Tra gli arrestati anche il presunto referente dei Casalesi per Capua.
A cura di Nico Falco
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Tra le vittime ci erano finiti anche i proprietari dei campi di calcetto: se avessero voluto stare tranquilli, le bevande avrebbero dovuto prenderle soltanto dalla loro ditta. Ma il titolare si era ribellato a quel ricatto e aveva denunciato tutto ai carabinieri, facendo scattare le indagini e poi le manette. In carcere, con l'accusa di tentata estorsione aggravata, ci è finito Antonio Della Valle, 49 anni, già condannato per associazione mafiosa e ritenuto il referente del clan dei Casalesi su Capua; la stessa misura è arrivata per il nipote di 20 anni, Giuseppe Della Valle, mentre per altri due indagati, Ciro Argentino e Domenico Quintavalle, il gip ha disposto gli arresti domiciliari; altri tre indagati, tra cui il figlio ventenne di Della Valle, sono stati sottoposti alla misura dell'obbligo di dimora nel comune di residenza con obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

I quattro arrestati sono accusati, oltre che di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso in concorso, anche di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Le indagini sono state condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli; secondo gli inquirenti Antonio Della Valle avrebbe imposto al titolare di un campo di calcetto di San Tammaro, in provincia di Caserta, la fornitura di bevande: avrebbe dovuto acquistare esclusivamente da una ditta di sua proprietà.

I carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno accertato che il gruppo si occupava anche di contrabbando di sigarette e anche in questo affare a tirare i fili era il referente dei Casalesi, che aveva coinvolti anche i familiari; ogni stecca veniva pagata dal gruppo tra i 21 e i 28 euro. Secondo quanto emerso dalle indagini tra il 12 febbraio e il 5 marzo sono stati contrabbandati 95 chili e 600 grammi di sigarette, per un totale di 478 stecche.

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