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Camorra, si chiude il primo processo alla ‘Paranza dei bimbi’: 43 condanne

È la prima sentenza che decreta l’esistenza del sodalizio criminale che ha dichiarato guerra ai Buonerba-Mazzarella per il controllo delle attività illecite nelle zone di Forcella, Decumani e della Maddalena. Gli imputati hanno accolto la sentenza con applausi de battute ironiche indirizzate ai magistrati.
A cura di Redazione Napoli
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Si è concluso tra applausi e baci per gli assolti il processo alla "Paranza dei bimbi di Forcella". Il cartello criminale composto dai giovanissimi eredi delle famiglie Sibillo e Giuliano ha visto 43 condanne a pene che vanno dai venti ai due anni di reclusione. A pronunciare la sentenza, nell'aula bunker gremita di parenti degli imputati,è stato il gup Nicola Quatrano, accogliendo in parte le richieste dei pm della Dda Francesco De Falco e Henry John Woodcock. Gli imputati – che hanno lanciato battute ironiche all'indirizzo dei magistrati – sono stati condannati con le accuse di associazione mafiosa, traffico e spaccio di droga ed estorsioni. Dieci persone sono state assolte. Pasquale Sibillo, detto Lino, arrestato lo scorso novembre: il boss della paranza dei bimbi è stato condannato a sedici anni; vent'anni è la condanna anche per Manuel Brunetti.

Per omicidio di Maurizio Lutricuso, il ragazzo ucciso per una sigaretta negata davanti a una discoteca, è stato condannato a vent'anni di carcere Vincenzo Costagliola. Il pm aveva chiesto l'ergastolo. Anche Giuseppe Giuliano è stato condannato a vent'anni insieme a Salvatore Cedola, Giovanni Cerbone, Giuseppe Giuliano e Ciro Vigorito. Tra gli assolti Luigi Giuliano, detto ‘Zecchetella' e Pasquale De Martino. È la prima sentenza che decreta l'esistenza del sodalizio criminale che ha dichiarato guerra ai Buonerba-Mazzarella per il controllo delle attività illecite nelle zone di Forcella, Decumani e della Maddalena. "In un anno e mezzo c'è stata l'inchiesta e la prima condanna, questo è un ottimo risultato", ha detto al termine dell'udienza il pm Henry John Woodcock.

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