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Camorra, arrestato il baby boss Lino Sibillo. Era latitante da giugno

Pasqualino Sibillo era latitante dal giugno scorso. Il premier Matteo Renzi sull’operazione: “Grazie alla Polizia, Italia non è paese di impuniti”. Lino Sibillo, 24 anni è considerato il leader della cosiddetta paranza dei bimbi di Forcella, resterà a Terni, dove è stato arrestato.
A cura di Angela Marino
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Il baby boss Pasqualino Sibillo al momento dell'arresto
Il baby boss Pasqualino Sibillo al momento dell'arresto

È stato arrestato a Terni, Pasqualino Sibillo, detto Lino, classe 1991. Il giovane boss di camorra era latitante dal giugno scorso dopo essersi sottratto all'arresto per omicidio, tentato omicidio e associazione mafiosa. La polizia lo ha arrestato nel pomeriggio, al termine di una lunga latitanza. Il boss 24enne si nascondeva in un appartamento. Sibillo è ritenuto a capo del cartello di famiglie che ha smantellato il clan Mazzarella a Forcella. A catturarlo gli agenti della Squadra mobile di Napoli e dello Sco, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia napoletana. Contestualmente gli agenti hanno effettuato diverse perquisizioni, per chiarire di quali appoggi godesse il baby boss napoletano in Umbria. Riferiscono a Fanapge.it fonti della questura che per il momento Sibillo resterà a Terni, dove è stato eseguito l'arresto.

Chi è Lino Sibillo, il baby boss della faida del centro storico

Pasqualino Sibillo, 24 anni è rampollo della omonima famiglia egemone nel rione Forcella di Napoli, ed è considerato il leader della cosiddetta Paranza dei bimbi, ovvero il gruppo dei feroci giovanissimi boss che ha preso il controllo della zona del centro storico di Napoli. La polizia indaga su una serie di episodi in cui è ritenuto coinvolto il 24 enne. I fatti sono legati alla faida in corso tra il clan Sibillo e i suoi alleati da un lato e le famiglie Del Prete e Baldassarre tradizionalmente legate al clan Mazzarella, dall'altro. Lo scorso 2 luglio venne ucciso il fratello del boss, Emanuele, ucciso con un colpo alla schiena in via Oronzio Costa proprio per colpire Pasquale. L'omicidio del giovane Sibillo è ritenuto l'inizio della faida: la risposta dei Sibillo, infatti, arrivò qualche giorno dopo con l'omicidio di Salvatore D'Alpino e il ferimento di Sabatino Cardarelli. Lo scorso ottobre è stato arrestato Antonio Napolitano, alias ‘O Nannone, ritenuto il reggente del cartello Sibillo-Giuliano-Amirante.

L'omicidio di Emanuele Sibillo

Il giovane capoclan arrestato era ricercato dallo scorso giugno quando si è allontanato dalla sua abitazione in via Santi Filippo e Giacomo la notte del 9 giugno. Poco dopo è scattata l'operazione della polizia di stato che ha portato all'arresto di una cinquantina di affiliati. Nell'ordinanza di custodia cautelare oltre al suo nome c'era anche quello di suo fratello, Emanuele Sibillo, ucciso qualche giorno prima.

Le trasformazioni di Sibillo
Le trasformazioni di Sibillo

Matteo Renzi: "Grazie alla Polizia, Italia non è paese di impuniti"

"Grazie alla Polizia e agli inquirenti per l'arresto di Lino Sibillo. L'Italia non è il paese degli impuniti #OrgoglioPaese". Lo scrive su twitter il premier Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio ha espresso la sua soddisfazione per il lavoro congiunto delle forze dell'ordine e per il risultato raggiunto in un città che ha visto negli ultimi mesi una pericolosa escalation criminale.

Il ministro degli Interni Alfano: "Cattura eccellente"

"Ancora un successo per la Squadra Stato", così il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha commentato la cattura di Pasquale Sibillo, esponente di vertice del clan omonimo dell'area di Forcella. "Un risultato straordinario raggiunto grazie alla grande capacità degli operatori della Polizia di Stato nell'attività di contrasto al crimine organizzato e al delicato lavoro dei magistrati". "Si tratta – prosegue Alfano – di una cattura eccellente che rende merito all'impegno e alla professionalità messi in campo a partire dal Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica che si era tenuto a Roma il 29 settembre scorso. Questo risultato – aggiunge il ministro, dopo avere sentito il capo della Polizia, Alessandro Pansa, per complimentarsi del successo ottenuto – rafforza la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e dimostra che lo Stato è presente ed è forte. Questa operazione contribuisce alla riaffermazione della legalità nel territorio napoletano e indebolisce sensibilmente le reti criminali".

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