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Camorra a Forcella, le conversazioni prima dell’omicidio D’Alpino: “Fate una cosa veloce”

Dopo il blitz di mercoledì che ha decimato il clan camorristico dei Capelloni a Forcella, i verbali ricostruiscono gli attimi precedenti all’omicidio di Salvatore D’Alpino, esponente del clan rivale dei Sibillo. A parlare, una volta avuta la soffiata sulla posizione di D’Alpino, è la moglie del boss Emilia Sibillo: “Questa occasione ce la manda il Padreterno, fate una cosa veloce”.
A cura di Francesco Loiacono
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All'indomani del blitz che ha decimato il clan camorristico dei "Capelloni" a Forcella, nel centro storico di Napoli, il quotidiano Il Mattino ha pubblicato alcuni verbali relativi alle inchieste sulla faida di camorra in corso nel capoluogo campano (qui una breve ricostruzione degli avvenimenti più recenti). I documenti sono relativi, in particolare, agli istanti che hanno preceduto l'omicidio di Salvatore D'Alpino, detto "‘o brillante" e appartenente al clan del cartello "Sibillo, Giuliano, Brunetti, Amirante" con il quale il gruppo dei Capelloni, retto al momento da Gennaro Buonerba, si fronteggia.

"Questa occasione ce la manda il Padreterno"

A parlare è Emilia Sibillo (omonima del clan rivale), moglie del capoclan in carcere Giuseppe Buonerba e una delle destinatarie delle ordinanze di custodia cautelare di mercoledì: "Questa occasione ce la manda il Padreterno, guagliù…", dice non appena ricevuta la soffiata sulla presenza di D'Alpino in una pizzeria: "Non cominciate a fare bordello, avete sentito? Ci sta una capa lucida lucida, lì in quella pizzeria, una capa ‘brillante'… fate una cosa veloce, ià", dice riferita ad Antonio Amoroso, killer di D'Alpino. Amoroso il 30 luglio scorso sarà poi immortalato da una telecamera di sorveglianza mentre fa irruzione in una pizzeria di piazza Mancini, a Napoli, sparando tra la folla e facendo un morto (D'Alpino) e un ferito, Sabatino Caldarelli.

Via Oronzio Costa, la "via della morte"

Nei verbali degli inquirenti rientrano anche le conversazioni tra due fidanzati, uno dei quali, R.D.B. (non incluso tra gli 11 fermati nel blitz di mercoledì), spiega alla sua ragazza perché sia diventato così difficile incontrarsi nella sua via, Oronzio Costa, strada nel cuore di Forcella ribattezzata la "via della morte" dopo l'omicidio di Emanuele Sibillo dello scorso 2 luglio e il ferimento di tre minori sempre legati al clan Sibillo – la cosiddetta paranza dei ragazzini – avvenuto lo scorso 29 giugno: "Ma li leggi i giornali? – chiede stizzito il ragazzo alla sua fidanzata -. Fai una cosa, vai in internet e clicca via Oronzio Costa, così capisci anche tu. Basta un secondo che mi affaccio e rischio di prendere una botta dietro la schiena".

Via Costa è la strada che il clan dei "Capelloni" ha deciso di fare diventare il proprio fortino. Ma anche gli uomini dei Buonerba pagano, indirettamente, il loro tributo di sangue nella faida. È il sangue innocente di Luigi Galletta, il meccanico incensurato ucciso il 31 luglio in via Carbonara dopo un pestaggio avvenuto pochi giorni prima, probabilmente a causa della sua parentela con Luigi Criscuolo, uomo appunto dei "Capelloni". A sparare, secondo la Dda di Napoli, sarebbero stati esponenti del clan Sibillo.

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