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Ville, negozi e un asilo nido sequestrato al clan Polverino di Marano

C’era perfino una scuola tra i beni sequestrati ad una società di proprietà di tre persone nella quale, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stata la partecipazione anche del clan Polverino, nella figura del capoclan Giuseppe, che avrebbe finanziato le loro attività ed incassato il 50% degli introiti almeno fino al 2009.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

C'è perfino una scuola tra i beni sequestrati dai carabinieri nella mattinata di oggi, nell'ambito di una vasta operazione anticamorra condotta nei confronti del clan Polverino a Marano di Napoli, nell'hinterland del capoluogo partenopeo. Oltre alla scuola, sequestrate anche due ville da dodici vani complessivi, due garage, due magazzino, sei negozi e tre terreni dalle dimensioni di quasi 40mila metri quadri. Beni che hanno un valore complessivo di circa dieci milioni di euro, secondo quanto stimato dagli inquirenti.

L'operazione è stata eseguita nei confronti dei proprietari degli immobili, padre e due figli, già condannati in passato perché ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di partecipazione ad associazione camorristica, falsità ideologica in concorso, abuso di ufficio e trasferimento fraudolento di valori. In particolare, i tre erano ritenuti "partecipanti" al clan dei Polverino. Secondo l'accusa, padre e figli erano tra gli imprenditori di maggior rilievo del clan Polverino, almeno fino al 2009 quando poi per divergenze di natura economica si sarebbero "separati".

Secondo gli inquirenti, sarebbe stato proprio il capoclan Giuseppe Polverino a finanziare le loro imprese, in cui partecipava al 50% dei relativi introiti. Soldi che venivano poi impiegati per le attività criminali del clan come il traffico di droga, gli stipendi degli affiliati e le spese dell'organizzazione criminale stessa. Le indagini, che si sono avvalse anche di intercettazioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno fatto scattare quest'oggi il sequestro preventivo degli immobili delle aziende di proprietà di padre e figli di Marano, dal valore complessivo di dieci milioni di euro.

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