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Cani e gatti randagi non saranno uccisi in caso di emergenza sul Vesuvio: disposizione revocata

Aveva suscitato molte polemiche la disposizione del Piano Vesuvio della Regione Campania che prevedeva, in caso di emergenza nella zona rossa del vulcano, la soppressione degli animali da compagnia, cani e gatti, che vivevano in condizioni di randagismo. Borrelli, consigliere regionale dei Verdi, ha chiesto una interrogazione al consiglio regionale, scoprendo che la disposizione è stata revocata.
A cura di Valerio Papadia
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In questi giorni, la disposizione inserita nel Piano Vesuvio della Regione Campania, che prevedeva la possibilità di sopprimere i cani e i gatti randagi nella zona rossa del vulcano – quella più a rischio – in caso di emergenza e in condizioni di non poter procedere all'evacuazione, ha suscitato non poche polemiche, soprattutto tra le associazioni che si occupano di protezione degli animali. Il consigliere dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, però, ha fatto sapere di aver chiesto un'urgente interrogazione nel Question Time del consiglio regionale e di aver saputo della revoca di tale disposizione.

"Non ci sarà alcuna eutanasia di massa di cani e gatti randagi in caso di emergenza nell’area del Vesuvio perché gli uffici regionali, saggiamente, hanno modificato quella parte del piano Vesuvio che, come ha spiegato l’assessore Lidia D’Alessio, in rappresentanza del presidente De Luca, era stata redatta da un dirigente che non aveva neanche la competenza a occuparsi di quella questione" ha dichiarato Borrelli, che prosegue "C’era parso, da subito, assurdo che fosse stata presa una decisione del genere e, per questo, abbiamo presentato un’interrogazione urgente alla quale abbiamo avuto le risposte che aspettavamo. Quella disposizione era sbagliata del tutto, a cominciare dal definire eutanasia quella che era uno sterminio di massa visto che non c’era alcuna volontà dell’animale a essere ucciso".

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