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Capizona degli Amato-Pagano uccisi, arrivano le ordinanze cautelari: fu epurazione interna

La Squadra Mobile ha eseguito 6 ordinanze per due agguati, scaturiti nell’ambito delle guerre di potere di camorra per il controllo su Mugnano: quello in cui morì Eugenio Santoro, il 19 dicembre 2006, e quello in cui perse la vita Salvatore Cipolletta, il 14 aprile 2008. Secondo gli inquirenti si trattò di epurazione interna: furono uccisi su decisione degli Amato-Pagano, a cui erano affiliati, perchè entrati in contrasto coi vertici.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Eugenio Santoro e Salvatore Cipolletta furono uccisi su ordine del clan Amato-Pagano, che con questi due omicidi voleva prima prendere e poi preservare il controllo su Mugnano. È quanto emerso dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia, che hanno portato all'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale di Napoli ed eseguita oggi, 25 febbraio, dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli. Il lavoro di ricostruzione degli inquirenti ha fatto luce su entrambi gli agguati, basandosi sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, intercettazioni e riscontri investigativi. Il primo agguato è quello in cui perse la vita Eugenio Santoro e rimase ferito Andrea Parolisi; era il 19 dicembre 2006, a sparare fu un gruppo di fuoco di affiliati del clan Lo Russo, per l'occasione “prestato” agli alleati degli Amato-Pagano. L'ordinanza per quell'agguato riguarda Cesare Pagano, come mandante, e come esecutori Oscar Pecorelli, Raffaele Perfetto e Salvatore Silvestri.

All'epoca il capozona su Mugnano per gli Amato-Pagano era Salvatore Cipolletta, che aveva preso il posto di Carmine Amoruso, fatto uccidere dal clan il 6 marzo 2006. Cipolletta fu incaricato di uccidere Santoro e Parolisi, affiliati ma ormai in contrasto coi vertici. L'epurazione però riuscì a metà: Parolisi riuscì a sfuggire ai sicari, si rifugiò nel commissariato di Giugliano e, ormai consapevole di essere nel mirino del clan, divenne collaboratore di giustizia. Ma anche Cipolletta finì coinvolto nei giochi di potere della camorra. Messosi contro i capi per la sua tendenza a rendersi autonomo nella gestione dell'illecito su Mugnano, fu ucciso da fedelissimi degli Amato-Pagano il 14 aprile 2008. Per questo agguato i destinatari dell'ordinanza sono Cesare Pagano come mandante, Carmine Calzone e Carmine Amato come copartecipi; al raid prese parte, come esecutore materiale, anche il pentito Biagio Esposito.

Successivamente lo stesso clan scelse come capozona Antonino d'Andò, che prese il controllo di Mugnano per conto del gruppo criminale dal 2008 al 2011: anche lui fu eliminato per una epurazione interna.

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