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Carcere di Poggioreale, il cappellano accusa il Comune: “Non si interessa dei detenuti”

Il cappellano del carcere di Poggioreale, don Franco Esposito, scrive una durissima lettera aperta all’assessore al Welfare del Comune di Napoli Roberta Gaeta, con la quale – sostiene – “sembra impossibile parlare”. Il Comune di Napoli, che ospita due tra le carceri più grandi d’Italia, non ha ancora un Garante per i diritti dei detenuti.
A cura di Gaia Bozza
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Don Franco e Papa Bergoglio durante la visita del Pontefice al carcere di Poggioreale.Foto da Facebook
Don Franco e Papa Bergoglio durante la visita del Pontefice al carcere di Poggioreale.
Foto da Facebook

È quasi un'impresa impossibile farsi ascoltare dalle istituzioni, soprattutto quando ci si occupa degli ultimi. Questo è quanto denuncia la lettera aperta diffusa da don Franco Esposito, cappellano del carcere di Poggioreale che da tanti anni svolge importantissime attività per i detenuti, in un istituto che ha attraversato momenti di grande problematicità: dall'assistenza spirituale ai progetti con l'associazione di volontariato che presiede, "Liberi di volare Onlus". Fanpage.it ha deciso di pubblicare integralmente il suo appello, un duro j'accuse alle istituzioni comunali, assessorato al Welfare in primis.

Poggioreale, la lettera di don Franco Esposito all'assessore Roberta Gaeta

Signora assessore Roberta Gaeta,
sono don Franco Esposito cappellano del carcere di Poggioreale, presidente dell’associazione di volontariato carcerario “liberi di volare ONLUS” ormai e da circa un mese che cerco di ottenere un appuntamento con lei tramite la sua segreteria, dopo varie telefonate mi hanno fatto parlare con il suo capo staff. Ma niente di fatto… parlare con lei sembra impossibile. Questo è il motivo per cui ho deciso di mandarle una lettera aperta, affinché anche gli altri cittadini sappiano di come, quando si occupano posti di “potere”, non solo ci si sente in diritto di snobbare chi lavora quotidianamente affianco di quelle realtà di cui l’assessore dovrebbe occuparsi (come i detenuti e le loro famiglie) ma non si ha nemmeno l’accortezza di rispondere con un rifiuto alla richiesta d’incontro. Questo a mio modesto parere dimostra un totale disinteresse e rasenta la maleducazione. La mia richiesta d’incontro nasceva dal fatto di costatare di come il Comune di Napoli da oltre 10 anni (tempo del mio servizio nelle carceri) non si sia mai interessato delle carceri cittadine, ne delle problematiche dei detenuti ne delle loro famiglie. Eppure nella nostra città ci sono due carceri tra le più grandi d’Italia che attualmente ospitano circa 3.500 detenuti. Avrei voluto informarla, se mai non se ne fosse accorta, che la stragrande maggioranza di questi detenuti proviene dai quartieri della nostra Napoli e che ritornerà dopo l’esperienza carceraria nei quartieri dai quali proveniva, sicuramente non migliorati dal carcere e con problemi esistenziali e di reinserimento sociale che li porterà a diventare manodopera a basso costo della criminalità organizzata, o cosiddetti “cani sciolti” destinati a ritornare nelle patrie galere. Come Associazione “liberi di Volare” da anni facciamo volontariato nel carcere di Poggioreale e di Secondigliano dove abbiamo attivato circa 10 progetti: scrittura creativa, formazione all’igiene, liberi con i libri, prevenzione all’autolesionismo e al suicidio, prevenzione all’alcool dipendenza, dentro e fuori, laboratorio di bigiotteria, orientamento lavorativo, famiglie con le famiglie dei detenuti, colloqui di sostegno, distribuzioni di generi di prima necessità. Anche sul territorio siamo impegnati in collaborazione con la pastorale carceraria della diocesi di Napoli per l’accoglienza dei detenuti ex detenuti e famiglie dei detenuti. Nel mese di maggio 2014 e stata anche inaugurata una casa di accoglienza per detenuti agli arresti domiciliari ed ex detenuti, all’inaugurazione era presente il Cardinale Crescenzio Sepe che ha messo a disposizione la struttura e la sostiene e il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Il centro attualmente ospita circa 30 detenuti in affido e semilibertà e 7 ai domiciliari inoltre sosteniamo mensilmente cica 300 famiglie di detenuti con generi di prima necessità. Mi permetto di metterla al corrente del nostro servizio pensando di farla cosa gradita visto che le nostre attività, tutte gratuite, si svolgono nel nostro comune. Infine volevo metterla a conoscenza che il nostro comune pur avendo, come dicevo prima 2 carceri tra le più grandi d’Italia, manca della figura del Garante dei diritti dei detenuti presente in quasi tutti i comuni d’Italia dove vi sono istituti penitenziari.

Mi permetto di farle conoscere i comuni nei quali è presente ormai da anni la figura del garante: • Comune di Bergamo – Pietro Semeraro • +Comune di Bologna – Elisabetta Laganà • +Comune di Bolzano – Franca Berti • +Comune di Brescia – Emilio Quaranta • +Comune di Ferrara – Marcello Marighelli • +Comune di Firenze – Franco Corleone – coordinatore dei garanti territoriali dei detenuti • +Comune di Gorizia – in attesa di nomina • +Comune di Ivrea – Armando Michelizza • +Comune di Livorno – Marco Solimano • +Comune di Milano – Alessandra Naldi • +Comune di Nuoro – Gianfranco Oppo • +Comune di Pescara – Fabio Nieddu • +Comune di Piacenza – in attesa di nomina • +Comune di Pisa -Andrea Callaioli • +Comune di Pistoia – Antonio Sammartino • +Comune di Reggio Calabria – Giuseppe Tuccio • +Comune di Roma – Filippo Pegorari • +Comune di Rovigo – Livio Ferrari • +Comune di Salerno – carica vacante • +Comune di San Severo (FG) – Maria Rosa Lacerenza • +Comune di Sassari – Cecilia Sechi • +Comune di Sondrio – Francesco Racchetti • +Comune di Sulmona (AQ) – carica vacante • +Comune di Torino – Maria Pia Brunato • +Comune di Trieste – Rosanna Palci • +Comune di Udine – Maurizio Battistutta • +Comune di Venezia – in attesa di nomina • +Comune di Verona – Margherita Forestan • +Comune di Vicenza – Federica Berti. 

Spero che almeno questa lettera la legga, dopo ne faccia quello che vuole. Cordialmente la saluto e la ringrazio del tempo concessomi.
Don Franco

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