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Cardarelli, il video dei furbetti del cartellino: 12enne timbra al posto della mamma

In uno dei video relativi all’inchiesta sull’assenteismo all’ospedale Cardarelli di Napoli compare un bambino di circa 12 anni: viene ripreso mentre si avvicina ai marcatempo e timbra il cartellino. È il figlio di una dipendente: la mamma l’aveva mandato in ospedale per far risultare la presenza al lavoro mentre lei era rimasta a casa. L’inchiesta ha portato a 62 indagati.
A cura di Nico Falco
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Il bambino arriva nell'area dei marcatempo, indossa un cappellino scuro. Avrà tra i 12 e i 13 anni. Prende il badge, lo timbra e tranquillamente si allontana. Nessuno gli chiede cosa ci faccia davanti ai cartellini, né perché ne abbia uno in mano e non si insospettiscono nemmeno quando lo inserisce nella macchinetta. Tutto ripreso da una delle telecamere nascoste installate dalla polizia per monitorare il viavai dei dipendenti del Cardarelli di Napoli, il più grande del Sud Italia. Il video è agli atti nell'inchiesta della Procura di Napoli (coordinatori il procuratore Giovanni Melillo e il pm Giancarlo Novelli) che ha portato all'emissione di 62 avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti dipendenti dell'ospedale. Per tutti, le stesse accuse: si sarebbero allontanati dal posto di lavoro, lasciando sguarniti uffici e reparti, e alcuni di loro l'avrebbero fatto anche in modo sistematico, coprendosi l'un l'altro in modo da risultare al lavoro mentre in realtà erano altrove.

Le indagini sono state svolte tra il 2014 e il 2017 dagli agenti del commissariato Arenella della Polizia di Stato, coordinati dal vicequestore Angelo Lamanna. Con appostamenti e telecamere nascoste davanti a uno degli ingressi del Cardarelli gli agenti hanno controllato i furbetti del cartellino, scoprendo che l'abitudine era diffusa e che coinvolgeva medici, infermieri, ma anche centralinisti e impiegati degli uffici. E il ragazzino, quello che si vede nel video, è stato identificato: è il figlio di una dipendente dell'ospedale, a timbrare il cartellino l'aveva mandato la mamma, che invece di andare al lavoro era rimasta a casa. Ora i 62 indagati, accusati di truffa, rischiano il licenziamento in tronco.

Tra gli indagati ci sono anche due medici, uno dei quali in servizio nel reparto di Oncologia; in questo stesso reparto lavorano anche una decina di infermieri indagati, tutti accusati di assentarsi dal lavoro: una situazione, rilevano gli inquirenti, che avrebbe portato a forti disagi anche nell'assistenza ai pazienti. Nel mirino degli inquirenti ci sono i dipendenti sorpresi a marcare e andare via, ma anche le eventuali coperture: il numero degli indagati è altissimo e non è escluso che il sistema fosse rodato e che potesse contare anche sulla complicità di altri impiegati pronti a chiudere un occhio e, come nel caso del bambino, a chiuderli anche entrambi.

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