Cardito, dopo la tragedia tutti vogliono aiutare la sorella di Giuseppe
NAPOLI – È scattata quella che in questi casi si chiama "gara di solidarietà" per aiutare la bimba di 8 anni, la sorella maggiore del piccolo Giuseppe, il bimbo di 7 anni ucciso dalle botte del patrigno a Cardito. La piccola, anche lei vittima della furia di Tony Essobti Badre, si è salvata per miracolo ed è ancora ricoverata all'ospedale Santobono di Napoli, dove ha subito un delicato intervento di ricostruzione estetica al volta, a causa di una grave ferita oculare, che le impediva di aprire correttamente la palpebra. Tantissimi napoletani, scuole e associazioni si sono attivati in queste ore per fornire alla bambina – che è stata tolta alla custodia della madre, dopo quanto è accaduto – libri, vestiti e per garantirle un futuro sereno.
Per lei è stata lanciata una raccolta di fondi e beni dalle mamme del 41esimo Circolo Didattico Cesario Console, del 91esimo Circolo Didattico, del Liceo Umberto I e dell'associazione Donna Domani. Feltrinelli, le mamme delle Scuole Pie e le volontarie della Chiesa di Santa Caterina a Chiaia si stano adoperando invece per far arrivare alla bimba, molto studiosa, dei libri. La piccola, ricoverata nel reparto di Neurologia, non sa ancora che il fratellino è morto. Sono state proprio le iniziali dichiarazioni della bimba, fornite ai medici e agli inquirenti, a indicare che il colpevole fosse Tony Essobti Badre, il compagno della madre, e che il pestaggio che ha portato poi all'omicidio del piccolo Giuseppe non era la prima occasione in cui il 24enne alzava le mani su di loro.