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Carla Caiazzo, i pm chiedono 15 anni per l’ex fidanzato che le diede fuoco

È cominciato oggi il processo a Paolo Pietropaolo, l’uomo che lo scorso primo febbraio, a Pozzuoli, diede fuoco a Carla Caiazzo, la ex compagna incinta di sua figlia. La donna, che aveva ribadito la volontà di essere in aula, ha dovuto desistere a causa di un intervento chirurgico a cui è stata sottoposta qualche giorno fa. Nel termine della prima udienza, i pm hanno richiesto 15 anni di reclusione per il suo aggressore.
A cura di Valerio Papadia
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Carla Caiazzo
Carla Caiazzo

Dopo circa otto mesi ha preso il via oggi il processo a carico di Paolo Pietropaolo, l'uomo che lo scorso primo febbraio, a Pozzuoli, in provincia di Napoli, diede alle fiamme la sua ex, Carla Ilenia Caiazzo, la 38enne che aspettava una figlia concepita proprio nel corso della loro unione. L'avvocato di Pietropaolo, Gennaro Razzino, nel corso di questa prima udienza, ha cercato di dimostrare la non premeditazione del gesto del suo assistito, che ha sempre ribadito di aver agito d'impulso e di essersi reso conto solo in un secondo momento della gravità della sua azione. L'avvocato di Carla, Maurizio Zuccaro, invece, e i pm che guidano l'inchiesta, Clelia Mancuso e Raffaello Falcone, hanno voluto dimostrare la lucidità dell'imputato al momento dell'aggressione e la sua capacità di stare a giudizio e hanno richiesto per Pietropaolo 15 anni di carcere. La richiesta di pena è ridotta di un terzo così come previsto dal rito abbreviato.

Carla voleva fortemente essere in aula sin dalle prime battute del processo, per far si che la sua testimonianza venga rafforzata dalla sua presenza e per rappresentare tutte le donne vittime di violenza, o peggio, uccise dai propri uomini, ma non ha potuto prendere parte alla prima udienza a causa del parere contrario dei medici che, solo alcuni giorni fa l'hanno operata per l'ennesima volta. Nel corso degli interrogatori ai magistrati, a cui si è sempre concessa nonostante le cure difficili a cui si è sottoposta, ma anche in alcune interviste, Carla ha sempre sostenuto a gran voce: "Voglio essere in aula, voglio essere il simbolo delle donne che resistono e non abbassano la testa nonostante le violenze".

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