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Carla Caiazzo, bruciata dall’ex incinta scrive a Mattarella: “Reato omicidio d’identità”

Carla Caiazzo la 38enne di Posillipo data alle fiamme dall’ex mentre era incinta, scrive al Presidente Sergio Mattarella per chiedergli di farsi promotore di un disegno di legge che configuri il reato di “omicidio di identità”: “Il mio aggressore ha voluto ed è riuscito a deturpare il mio volto. Mi ha ammazzato lasciandomi viva”.
A cura di Va.Re.
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Carla Caiazzo, la 38enne di Pozzuoli data alle fiamme dall'ex mentre portava in grembo una bambina, è tornata a parlare, questa volta rivolgendosi direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tramite una lettera inviata al quotidiano la Repubblica. "Ti scrivo perché oggi, più che mai, da vittima voglio rappresentare un momento di riscatto e di riflessione per tutte le donne che subiscono, in silenzio, le violenze dei propri uomini. Occorre fare qualcosa. Subito", scrive Carla.  Poi la proposta: istituire "una nuova figura di reato che punisca severamente coloro che, nel loro intento delittuoso, colpiscono le donne e, soprattutto, le cancellano dalla società civile".

La nuova fattispecie di reato individuata da Carla, assieme all'avvocato difensore Maurizio Zuccare è quella è "l'omicidio di identità". "Il primo febbraio scorso sono rimasta vittima della ignobile violenza di un uomo, il mio ex uomo, il quale non ha saputo fare altro che attentare alla mia vita dandomi fuoco.– racconta Carla – E insieme alla mia vita, ha attentato a quella della bambina". "Il mio aggressore ha voluto ed è riuscito a deturpare il mio volto. Mi ha ammazzato lasciandomi viva", per questo la proposta del nuovo reato.

Il prossimo 23 novembre è attesa la sentenza per Paolo Pietropalo, per cui l'accusa ha chiesto 15 anni di carcere. Nonostante il dolore e 21 interventi chirurgici, Carla ha deciso di partecipare alle diverse fasi del processo, scegliendo di farsi testimone della violenza non solo contro di lei ma contro tutte le donne: "Dal 2012 le vittime del femminicidio sono il triplo di quelle di mafia e camorra messe insieme. La serialità di queste condotte non può più lasciare inerme il nostro legislatore".

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