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Caserta, ricette false e farmaci venduti all’estero, 14 arresti tra medici, imprenditori e dipendenti Asl

I carabinieri del Nas di Caserta hanno eseguito dall’alba del 4 marzo una ordinanza per 17 persone, 14 delle quali raggiunte da misura restrittiva; gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al falso, alla ricettazione, alla corruzione e alla truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Associazione per delinquere finalizzata al falso, alla ricettazione, alla corruzione e alla truffa aggravata ai danni del Sistema sanitario nazionale. Sono le accuse, a vario titolo, nei confronti dei 17 destinatari dell'ordinanza eseguita oggi, 4 marzo, dai carabinieri del Nas di Caserta. Tra gli indagati ci sono medici, faccendieri, dipendenti dell'Asl di Caserta e imprenditori. Secondo le accuse avevano costruito un sistema di truffe basato su 4 laboratori di analisi della provincia di Caserta e gestiti da una famiglia di San Nicola La Strada: responsabili di laboratorio e loro collaboratori redigevano ricette mediche, alcune provenienti da ricettari rubati all'Asl Napoli 2, che venivano intestate a pazienti ignari.

Tra le misure cautelari, 5 sono in carcere, 9 ai domiciliari e le ultime 3 di presentazione alla polizia giudiziaria con interdizione dalla professione medica. Tra le persone finite in carcere figurano anche Pasquale Piccirillo, imprenditore in ambito sanitario ed editore di Tv Luna, colpito da una confisca di beni per 25 milioni di euro qualche giorno fa, e l'imprenditore Pasquale Corvino. La nuova inchiesta è collegata a una del 2018, che aveva portato in carcere un medico di base, un farmacista e altre 3 persone per ricette false: erano intestate a pazienti inesistenti, deceduti o ignari, e utilizzate per ottenere rimborsi dal sistema sanitario nazionale. Le indagini erano partite in seguito a una segnalazione che il direttore generale dell'Asl di Caserta aveva inviato ai Nas e relativa a un medico di base di Castel Volturno che aveva generato una spesa farmaceutica a pazienti per 800 euro, rispetto a quella media nazionale di 167 euro.

Dalle indagini è inoltre emerso che le fustelle venivano staccate dai farmaci e usate per le ricette che venivano addebitate al Servizio Sanitario Nazionale, in modo da ottenere il rimborso, mentre le confezioni venivano rivendute illecitamente in paesi extraeuropei. Gli inquirenti hanno individuato quattro medici di base compiacenti, uno dei quali nel frattempo deceduto, che in cambio di mazzette o altri beni si erano resi responsabili dei laboratori.

L'ulteriore passaggio della truffa individuato avveniva all'interno dell'Asl di Caserta, dopo la presentazione delle ricette: alcuni dipendenti, anche loro corrotti, non addebitavano alle società le somme che dovevano essere stornate dai rimborsi, sia a favore dei 4 laboratori coinvolti sia per altre strutture private convenzionate. Un dipendente dell'Asl, hanno accertato gli investigatori, si era accordato con Pasquale Piccirillo, titolare di un centro odontoiatrico della provincia di Caserta, per cancellare dai rientri una quota del debito complessivo relativo a prestazioni sanitarie non convenzionate.

Truffa all'Asl di Caserta, arrestata la sorella del boss Scotti

Nello scorso luglio erano scattati altri arresti, eseguiti anche allora dal Nas di Caserta: al centro delle indagini ci erano finiti un ex primario dell'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano e la moglie, sorella del boss della Nco Pasquale Scotti, arrestato in Brasile nel 2015 dopo 31 anni di latitanza. I due erano stati sottoposti ai domiciliari; erano state disposte anche due misure cautelative in carcere e due interdittive dei rapporti con Pubblica Amministrazione e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, per un totale di 6 misure cautelari.

Secondo le accuse la donna, titolare di un centro di analisi del Casertano, insieme al marito avrebbe utilizzato l'ospedale a vantaggio della struttura privata, usando beni strumentali della sanità pubblica e richiedendo poi ugualmente i rimborsi per le ricette delle analisi. Dalle intercettazioni era emerso anche che gli ordini per l'ospedale sarebbero stati effettuati presso le ditte fornitrici che erano disposte a versare le tangenti più convenienti al sistema criminale scoperto dai carabinieri.

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